Nessuna modifica, anche per quanto riguarda le finestre, a quota 100 e nessuna tassa sulle sim ricaricabili. Sono questi, a quanto si apprende, due dei punti concordati nella riunione di governo che si è svolta a Palazzo Chigi. Punti sui quali il M5S si ritiene soddisfatto. "Puntiamo ad una manovra per la crescita e per l’aumento dei posti di lavoro", spiegano fonti pentastellate.
"I sindacati hanno detto che quota 100 non si tocca. E non ho notato da parte dei due ministri presenti una voglia particolare, senza accordo, di fare cose invasive", ha confermato la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, al termine dell’incontro alla Mef con i titolari dell’Economia, Roberto Gualtieri, e del Lavoro, Nunzia Catalfo.
Resta il dato di fondo: il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha indicato la via per cercare il difficile equilibrio all'interno dell'esecutivo, in vista della scrittura della Manovra per il prossimo anno: "Vogliamo conservare Quota 100, perché questo è l'indirizzo politico - ha detto il premier dopo una giornata di discussioni nella maggioranza che ha portato al rinvio del Cdm decisivo sui conti pubblici - Si è ragionato sulle finestre di uscita, ma nulla è stato ancora deciso. Quota 100 comunque rimane, questo senz'altro".
Peraltro, le coperture ci sono tutte, sono anzi più di quelle necessarie. Ogni misura ha i suoi pro e contro, si tratta di scegliere. "E questo - spiega un’autorevole fonte del Tesoro - è sempre il momento più difficile". La conferma è che, a poche ore dalla consegna a Bruxelles del Documento con tutti i numeri della manovra, i veti incrociati ancora impediscono un’intesa nella maggioranza. Benché lo stesso ministero dell’Economia, in zona Cesarini, abbia trovato altri 3 miliardi di entrate per il 2020 da usare per la manovra. Il gettito delle tasse pagate dagli autonomi e da chi ha un regime forfettario, quest’anno, è più alto del previsto di un miliardo e mezzo. Così si è deciso di far slittare la seconda rata delle loro imposte 2019 al 2020, col risultato di accrescere le entrate del prossimo anno di 3 miliardi. Il che semplifica molto, ma non risolve tutti i nodi "politici" della manovra.
L ’ultimo emerso nella serata di lunedì, mentre ancora non è chiaro il destino del taglio del cuneo fiscale, è la stretta sul contante, con l’idea di portare il limite di utilizzo dagli attuali tremila a mille euro. Lo chiede il premier e l’Economia è d’accordo, perché questa misura aiuterebbe lo sviluppo dei pagamenti elettronici su cui si basa il piano anti-evasione per recuperare 7 miliardi, ma che rischia di non produrre risultati senza i disincentivi prima previsti, poi cassati.