Mercoledì 4 dicembre 2024, ore 3:19

Economia 

Manovra, la maggioranza inciampa sul canone Rai 

Ancora alta tensione nella maggioranza sulla manovra. Gli inciampi nell’iter parlamentare offuscano la promozione a pieni voti dei conti pubblici italiani da Bruxelles. Sia nella bozza della manovra per il 2025 e sia nel piano pluriennale di spesa, che ottiene luce verde anche per l'estensione a sette anni, grazie a riforme e investimenti dettagliati da Roma. Per la Commissione europea il piano dell'Italia ”soddisfa i requisiti” del nuovo Patto di stabilità e ”definisce un percorso fiscale credibile”. Mentre il Documento programmatico di bilancio è ”in linea alle raccomandazioni” di Bruxelles attenendosi ai limiti di spesa richiesti.
Intanto però il centrodestra si spacca e va sotto nel voto in Commissione Bilancio del Senato sull’emendamento della Lega al Dl Fiscale per la proroga del taglio del canone Rai da 90 a 70 euro. Fratelli d'Italia e Lega hanno votato a favore, Forza Italia contro assieme alle opposizioni che parlano di Governo allo sbando e chiedono alla premier Meloni di riferire in Parlamento. Il taglio del canone Rai era stato inserito nella legge di bilancio dello scorso anno ma non confermato in quella per il 2025, che deve tenere conto dei nuovi vincoli di revisione della spesa pattuiti con la Ue nel Piano strutturale di bilancio a medio termine. Per confermarlo servirebbero 430 milioni di euro. La posizioni differenti nella maggioranza sul canone si sommano a quelle legate all'Ops lanciata a inizio settimana da Unicredit per acquistare Banco Bpm. La Lega è contraria all'operazione. Il Mef valuta se esercitare la Golden Power. Forza Italia chiede invece che la politica resti fuori dalle questioni del mercato.
Inoltre, un emendamento del Governo al decreto Fisco ha l'obiettivo di cambiare il 2 per mille, la quota dell'Irpef che il contribuente può destinare al sostegno dei partiti politici e ridisegnerebbe l'intera disciplina, riducendo il contributo allo 0,2 per mille, ma stabilendo che anche la quota di chi non esplicita la scelta andrà comunque a sostenere i partiti. Se passasse l'emendamento la politica dal prossimo anno potrebbe incassare complessivamente oltre 40 milioni, quasi il doppio di quanto riceve oggi. Ma sul provvedimento c'è l'altolà del Colle che ha fatto sapere ai parlamentari che un tale provvedimento non passerebbe il vaglio degli uffici del Quirinale: sia per disomogeneità rispetto al dl fiscale; sia per ragioni più politiche perché un provvedimento del genere, oltre ad incidere sui soldi pubblici, va ad impattare sulle libere scelte dei cittadini.
Insomma, ancora tanti nodi da sciogliere. E tuttavia, ribadisce il leader della Cisl Sbarra, ”non è una manovra da sciopero generale”. Sbarra è però contrario anche alla precettazione da parte del ministro Salvini per quanto riguarda i trasporti. ”Quando lo sciopero generale viene proclamato nel pieno rispetto della legge e nelle prescrizioni della commissione di garanzia, la precettazione è impossibile”.
La Cisl valuta poi positivamente il via libera da parte della Commissione Europea al pagamento della sesta rata di finanziamenti del Pnrr pari a circa 8,7 miliardi, la cui erogazione effettiva avverrà entro fine anno. Sottolinea Sbarra: ”Ora occorre spingere sul versante della spesa implementando la messa a terra delle risorse. La Cisl ribadisce la piena disponibilità a collaborare per un'attuazione partecipata delle riforme e dei progetti del Pnrr, a livello nazionale, nella Cabina di Regia e nella interlocuzione con i ministeri e a livello locale con le Amministrazioni e i soggetti attuatori, per cogliere appieno tutte le opportunità di sviluppo, crescita e occupazione”.
Con il pagamento della rata, l'Italia si conferma anche la nazione che ha ricevuto l'importo maggiore di aiuti che a fine 2024 raggiungerà 122 miliardi di euro, pari al 63% dei 194,4 miliardi della dotazione italiana complessiva. Tra i 39 obiettivi connessi all'approvazione del pagamento della sesta rata figurano investimenti strategici e riforme, fra cui le misure per la riduzione dei ritardi di pagamento da parte della pubblica amministrazione, la legge quadro dedicata alle persone con disabilità, i provvedimenti a favore degli anziani non autosufficienti, il contrasto a lavoro sommerso, sfruttamento dei lavoratori e altre forme di lavoro irregolare.
Nell’anno in cui il Governo ha dovuto ricominciare a fare i conti con i vincoli europei del Patto di stabilità, abbiamo apprezzato lo sforzo di mantenere nella Manovra il giusto equilibrio tra rigore e crescita”. Lo sottolinea il presidente di Confartigianato Granelli, in occasione dell'assemblea annuale alla presenza del Presidente Mattarella. Aggiunge Granelli: ”La tassazione deve essere equa e il rapporto fra fisco e contribuente improntato ad una leale collaborazione. In tale ambito la riforma fiscale approvata lo scorso anno e i successivi Decreti legislativi vanno in questa direzione”. Nell'arco del prossimo decennio ”la popolazione in età lavorativa scenderà di 2,2 milioni di unità, pari ad un calo del 6,4%. Ben 1.495.000 giovani non si offrono sul mercato del lavoro, record negativo italiano per tasso inattività giovanile: 24,2% a fronte del 14,2% in Ue”.
Il lavoro, sottolinea ancora il presidente di Confartigianato, ”è il migliore strumento per l'inclusione dei lavoratori stranieri, che è un tema cruciale per il futuro delle nostre imprese e della nostra società. Non è solo un'opzione, ma una necessità. Ma non possiamo dimenticare le criticità. Esiste un mismatch delle competenze: spesso i lavoratori stranieri non possiedono livelli di formazione adeguati alla domanda del mercato. 'Occorrono quindi programmi di formazione, in Italia e nei Paesi di origine. Insomma, l'immigrazione non va subìta”.
Mattarella apprezza: ”Bene fa Confartigianato a essere impegnata sul terreno di favorire il fare impresa, di offrire percorsi formativi, di avviare iniziative come il progetto ’Scuola e mestieri’ in Etiopia. L'aumento degli artigiani fra gli immigrati è un segnale positivo”.
Per Mattarella l’artigianato ”è un fenomeno mai venuto meno dai tempi delle corporazioni medievali sino a oggi. Nel Dna delle abilità e dei saperi degli artigiani risiede tanta parte della storia d'Italia, di cui costituisce, tuttora, un motore di sviluppo”. Le imprese artigiane, ricorda il capo dello Stato, ”costituiscono oltre il 20% del tessuto imprenditoriale del nostro Paese. Rappresentano il 15% degli occupati, oltre a costituire un fattore di identità, strettamente legato anche al made in Italy”.
Di fronte alle difficoltà del presente Mattarella auspica che ”il confronto tra istituzioni e parti sociali, tra i vari livelli delle istituzioni e i corpi intermedi, sia sempre aperto e costruttivo”.
Giampiero Guadagni

( 27 novembre 2024 )

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