Sabato 27 aprile 2024, ore 20:59

Conti pubblici 

Manovra, percorso pieno di incognite 

Salario minimo e Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza: questi i temi che il Parlamento si trova ad affrontare alla ripresa dei lavori, dopo quattro settimane di pausa estiva. Camera e Senato hanno riaperto i battenti ieri e hanno di fronte una maratona fino a Natale. In questi giorni le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, metteranno a punto le rispettive strategie. Dopa la riunione di maggioranza, che si terrà domani sera, dovrebbe essere più chiaro il quadro delle proposte che saranno portate avanti con la prossima legge di bilancio, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili. Il percorso è costellato di incognite, a partire dalle regole europee per il Patto di stabilità e crescita. A metà mese è prevista una riunione dell'Ecofin dove proseguirà la discussione sulla nuova governance economica. Sembra comunque difficile arrivare ad una sintesi. Intanto a via XX settembre il Ministro dell’Economia Giorgetti, coadiuvato dai tecnici, lavora alla Nadef che deve essere presentata in Parlamento entro il 27 settembre. Il documento, propedeutico alla legge di bilancio, disegna il perimetro di finanza pubblica entro cui gli interventi dovranno essere collocati.
Per quanto riguarda il salario minimo, dopo la sospensiva di 60 giorni votata alla Camera per la proposta di legge di Pd, M5S, Avs, Azione e +Europa e l’incontro a Palazzo Chigi con i leader delle opposizioni dell’11 agosto scorso, si è in attesa della proposta della maggioranza per contrastare il lavoro povero, per la quale è stato chiesto anche al Cnel un supporto nella fase di formulazione. A fine settembre, quando scadono i 60 giorni, si dovrebbe riprendere la discussione sul tema con due proposte sul tavolo.
Intanto, Camera e Senato saranno impegnati con l'esame dei provvedimenti non chiusi ad agosto, come il rendiconto e l'assestamento di bilancio, approvati dal Senato e ora all'esame della Commissione bilancio della Camera che si riunisce oggi.
”Dobbiamo correre di più per far correre questa nazione”, ha detto la premier Meloni domenica scorsa a Monza per il Gran Premio di Formula 1 pensando ai dossier sul tavolo. Un messaggio rivolto anche e forse soprattutto ai suoi alleati. E un primo appuntamento per testare l'umore degli alleati sarà il vertice di domani a Palazzo Chigi. Riunione per fare il punto sulla legge di Bilancio, ma anche sulle riforme costituzionali e sulla giustizia. Nessuno ha intenzione di mettere in discussione l'esecutivo a maggior ragione nell'anno che precede le elezioni europee, ma proprio l'appuntamento di Bruxelles fa sì che tra gli alleati ci sia la corsa ad incassare qualcosa da poter poi rivendicare in campagna elettorale. E la legge di bilancio rischia di diventare il terreno dove ognuno cercherà di potare avanti le proprie battaglie. Ma proprio per evitare una pioggia di richieste Meloni ribadirà quanto già anticipato ai ministri nel primo Cdm dopo la pausa estiva: ”Le risorse disponibili devono essere usate con la massima attenzione”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è è il ministro dell’Economia. Di fronte alla platea di Cernobbio Giorgetti ha puntato il dito in particolare sul Superbonus, considerato il principale responsabile di una manovra che non potrà che essere prudente. Per Giorgetti i numeri sono impressionanti: "100 miliardi, questo Governo ne ha pagati 20 e altri 80 sono da pagare, ma tutti hanno mangiato e poi si sono alzati dal tavolo”. Almeno per quest’anno l’1% di crescita potrà essere confermato, ma sul prossimo i problemi non mancano. La priorità sarà data al taglio del cuneo, favorendo il più possibile il mondo del lavoro e le famiglie. Di spazi fiscali però al momento non ce ne sono molti: circa 4 miliardi in deficit, 1-2 miliardi dai risparmi dell'assegno unico, 2 miliardi dalla tassa sugli extraprofitti, 300 milioni dalla spending dei ministeri.
Da parre loro le opposizioni vanno oltre il salario minimo e dal Forum Ambrosetti a Cernobbio aprono il fronte comune della sanità. Niente tagli, risorse per il rinnovo dei contratti e stanziamenti per cercare di azzerare le liste d'attesa. La segretaria del Pd Schlein, nel suo debutto alla kermesse sul lago di Como anche se in video collegamento, ha rilanciato sul tema della sanità come terreno di lotta comune. ”Non investire risorse nella sanità pubblica significa lasciare scoperte le regioni e tagliare servizi alle persone e non ce lo possiamo permettere”, ha detto sottolineando che ”servono risorse anche per il rinnovo dei contratti”. Un richiamo subito colto dal leader di Azione Calenda, secondo cui la sanità può essere un tema su cui lavorare con il Pd, oltre a quello del salario minimo. ”Ci sono due piani: il primo per azzerare le liste di attesa, che costa 10 miliardi, su cui diciamo di togliere il taglio del cuneo fiscale - ha spiegato -. Poi c’è un progetto di rilancio della sanità che passa per l'assunzione dei medici e il pagamento degli infermieri, non a 1400 euro al mese”. Conte nel suo intervento non ha citato direttamente la sanità, ma ha difeso i provvedimenti bandiera del suo Esecutivo come il Reddito di cittadinanza e il Superbonus che ”non deve essere un capro espiatorio del Governo” anche perché ”ha creato molto più di un rimbalzo dell'economia, come certificato dall’Ufficio parlamentare di Bilancio e Nomisma”.
L’asse si rinforza poi sul salario minimo su cui le opposizioni hanno presentato una proposta unitaria facendo partire anche una raccolta firme. Una iniziativa su cui ”noi continueremo a insistere con il Governo e a confrontarci nel merito di queste proposte", ha assicurato Schlein. Mentre per Calenda, il provvedimento va fatto subito: ”Non è la panacea di tutti i mali ma una tutela dallo sfruttamento, iniziamo da qui"” Dalla platea di Cernobbio il leader di Azione ha promosso il Governo sulla giustizia, sulle politiche energetiche. Mentre Conte non solo non ha trovato punti di convergenza con l'attuale esecutivo, ma ha attaccato sul Reddito di cittadinanza difendendo il provvedimento. "Non è una genialata pensare di accendere micce in una polveriera sociale - ha concluso - eliminando il Reddito e sostituendolo con una social card che è insufficiente”.
Giampiero Guadagni

( 4 settembre 2023 )

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