Mercoledì 24 aprile 2024, ore 12:02

Economia 

Povertà assoluta, livello record 

La posizione del Governo ”è quella espressa nel decreto Sostegni. Lo sblocco dei licenziamenti a giugno a seconda dei due tipi di ammortizzatore sociale di cui dispongono i lavoratori e a ottobre per gli altri”. Lo ha detto nella conferenza stampa di giovedì sera il premier Draghi, a proposito della richiesta di Cgil Cisl e Uil di prorogare fino a fine emergenza il blocco dei licenziamenti.
Intanto, per arginare i danni della pandemia e puntare sul rilancio delle imprese il Governo è pronto a mobilitare risorse ingenti che, con ogni probabilità, supereranno i 32 miliardi appena immessi nell’economia con il Dl Sostegni. Nel giorno in cui dall'Agenzia delle Entrate sono partiti i primi 600 mila bonifici per circa 1,9 miliardi alle attività economiche con perdite elevate, prima il Ragioniere generale Biagio Mazzotta e poi il premier Draghi, hanno dato indicazioni sulle dimensioni del nuovo scostamento che arriverà entro una settimana, 10 giorni al massimo.
Lo schema prevede la presentazione del Documento di economia e finanza (che in teoria dovrebbe essere fatta entro il 10 aprile) e insieme al Def la richiesta dello scostamento da impiegare entro la fine di aprile, come chiedono a gran voce operatori e partiti, o comunque all’inizio di maggio. Le risorse, avverte l’Ufficio parlamentare di bilancio, dovrebbero andare ad un ”intervento perequativo” per evitare che ci siano partite Iva escluse ma anche che ci sia stato chi ha ottenuto ristori ”anche consistenti, a fronte di perdite più contenute o addirittura assenti”. E in effetti guardando la platea di chi ha ricevuto contributi a fondo perduto nel 2020 e chi può fare domanda ora, sulla base di perdite anno su anno di almeno il 30% ”effettivamente non si è colpito nel segno”, ammette Mazzotta, spiegando che le due platee non coincidono e che quindi probabilmente i ristori del 2020 sono andati a chi non ne aveva bisogno in buona parte. Nel primo intervento in emergenza, infatti, a marzo dello scorso anno, si era adottato il criterio delle perdite aprile su aprile - il mese del lockdown più stretto - che in molti casi sono state poi recuperate nel corso dell’anno. Mentre ci sono settori che hanno dovuto interrompere più a lungo l’attività o sono ancora chiusi. Per questo ”stiamo correggendo il sistema degli aiuti” assicura il Ragioniere, spiegando che nel decreto"Sostegni bis” ci saranno di nuovo aiuti per i costi fissi, dall’esonero dell’Imu per alcuni settori al credito di imposta per gli affitti. Mentre i partiti sono al lavoro per dare sostegni anche ai proprietari già sfruttando parte dei 550 milioni a disposizione per le modifiche del primo decreto Sostegni.
E sempre a proposito di Dl Sostegni, sabato lavoratrici e lavoratori agricoli scendono in piazza, sotto le sedi delle Prefetture di tutta Italia, a sostegno della piattaforma rivendicativa di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, per chiedere a Governo e Parlamento di modificare il provvedimento che contiene gravi discriminazioni nei confronti del lavoro agricolo. I sindacati chiedono, in particolare, il riconoscimento per l’anno 2020 delle stesse giornate di lavoro del 2019 e l’introduzione del bonus per i lavoratori stagionali agricoli insieme alla sua compatibilità con il reddito di emergenza.
L’emergenza economica e sociale è sempre più pressante. L’Istat fa sapere che sulla base delle stime preliminari diffuse a inizio marzo, ”nel 2020 risultano essere oltre 2 milioni le famiglie in povertà assoluta, il 7,7% del totale, con un marcato aumento rispetto al 2019 (+335 mila famiglie), quando l’incidenza era pari al 6,4%”. In termini di individui coinvolti ”si tratta di un incremento di oltre un milione di persone (da 4,6 a 5,6 milioni), con un aumento dell’incidenza dal 7,7% al 9,4% e l’annullamento dei miglioramenti registrati fra il 2018 e il 2019. Nell'anno della pandemia, pertanto la povertà assoluta ha raggiunto, in Italia, i valori più elevati da quando è disponibile la serie storica per questo indicatore, il 2005. Dal punto di vista territoriale, l’incremento della povertà assoluta risulta più marcato nelle regioni del Nord. Il Mezzogiorno resta l’area dove la povertà assoluta è più elevata, coinvolgendo il 9,3% delle famiglie e l’11,1% degli individui.
Giampiero Guadagni

( 9 aprile 2021 )

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