Domenica 28 aprile 2024, ore 17:10

Economia 

Sbarra: per salari più alti serve la partecipazione 

“Venerdì saremo nei luoghi di lavoro e sabato nelle piazze di tantissime città italiane per spiegare la nostra proposta di legge sulla partecipazione, la vera riforma istituzionale che serve al Paese per alzare i salari, far contare di più i lavoratori sulle decisioni, redistribuire equamente la ricchezza”. Lo ha sottolineato il segretario generale della Cisl Sbarra, a Mestre all'Assemblea organizzativa della Cisl Veneto. Aggiunge il numero uno di Via Po: “A 75 anni dalla Carta costituzionale è importante dare una forte spinta al percorso di attuazione dell'articolo 46, che definisce il diritto di lavoratori e lavoratrici a collaborare alla gestione, agli indirizzi e alla ripartizione degli utili delle proprie aziende”.
"Vogliamo collocarci dentro alla cornice della direttiva dell'Unione europea, che per il nostro Paese indica la necessità di affrontare il tema del salario dignitoso, o massimo possibile, attraverso rafforzamento, estensione e valorizzazione della contrattazione collettiva. L'orientamento del Cnel si inserisce in maniera coerente con lo spirito dei contenuti della direttiva stessa”.
A proposito della manovra, Sbarra ribadisce: “Valuteremo i contenuti con pragmatismo partendo dalle nostre priorità. Senza pregiudizi ma anche senza fare sconti. Occorre un accordo triangolare Governo-imprese-sindacati per controllare prezzi e tariffe, arginare la speculazione, impegnarsi al rinnovo dei contratti, preservare il potere d'acquisto di salari e pensioni: questo è quello che la Cisl propone da mesi. Bisogna confermare la riduzione del cuneo per il 2024, ridurre le tasse sui redditi medi e popolari, detassare le tredicesime a scaglioni, rinnovare i contratti pubblici, rivalutare le pensioni, azzerare il prelievo sulla contrattazione decentrata, investire sulla sanitá pubblica".
Sbarra ha anche espresso le preoccupazioni della Cisl per quanto sta accadendo in queste ore in Medio Oriente. “Abbiamo espresso una piena e convinta condanna sull'atto terroristico terribile di Hamas. Nessuna equidistanza tra chi ha pianificato una strage e chi come Israele l'ha subita. La pace in Medio Oriente non si costruisce con il sangue di vittime innocenti”.
E il nuovo scenario di guerra in Medio Oriente rischia di complicare il quadro macro-economico su cui il Governo ha improntato la prossima manovra di bilancio. Creando ulteriore incertezza e rendendo ancora più impervio un sentiero considerato già stretto. A dirlo in audizione nelle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla Nadef sono autorevoli istituzioni, dalla Banca d'Italia alla Corte dei Conti, che non nascondono la preoccupazione di fronte ad uno scenario inaspettato che potrebbe portare a rivedere i numeri fissati poco meno di due settimane fa.
Timori ribaditi nella stessa sede dall’Ufficio parlamentare di bilancio che ha aveva validato le previsioni macroeconomiche programmatiche della Nadef 2023. Ma la previsione della presidente Cavallari è per una seconda metà dell’anno in cui sostanzialmente l’economia ristagna o registra comunque una crescita molto numerata. Per l’Upb, inoltre, ”permangono criticità connesse con l'ipotesi alla base delle previsioni che vi sia l'integrale, tempestivo ed efficiente utilizzo da parte dell'Italia dei fondi europei del programma Ngeu. Nei primi due anni del programma l'attivazione di investimenti pubblici è stata modesta". Le vecchie stime parlavano di un effetto cumulato di tutto il Pnrr dell'ordine di 3 punti di Pil: ”Facendo le dovute proporzioni, se il 50% (del Pnrr, ndr) non venisse realizzato significherebbe 1 punto e mezzo di crescita in meno. Sul Pnrr non c'è la possibilità di ulteriori rinvii”.
Anche il ministro dell’Economia Giorgetti sottolinea come l’incertezza che caratterizzava il contesto esaminato nell'ambito del Def non si sia diradata. ”Al contrario, ha contribuito a determinare un generale rallentamento dei ritmi di crescita globali. In questo contesto si inseriscono i recenti eventi che hanno caratterizzato l'area mediorientale, che aggiungono ulteriore instabilità ad un quadro già reso complicato da conflitti e tensioni geopolitiche”. Tuttavia ”l’esame degli indicatori congiunturali più recenti lascia ritenere che già nella seconda parte dell'anno sia possibile riprendere con gradualità un percorso di crescita, ferma rimanendo la necessità di valutare gli eventuali effetti dei più recenti avvenimenti”. Anche alla luce delle nuove regole che si stanno delineando per la governance economica europea, il ferreo controllo dell'andamento della spesa diventerà un imperativo non più eludibile. E il titolare del Mef ribadisce: ”Lo scostamento di bilancio per il 2024 sarà esattamente 15,7 miliardi: questo è il massimo che possiamo consentirci. Ho parlato di prudenza che tutti ci invocano ma anche di realismo. Questo scostamento serve a mettere in busta paga ai lavoratori dipendenti che hanno redditi bassi tra i 60 e i 100 euro in più”. Taglio del cuneo fiscale, accorpamento delle prime due aliquote Irpef, politiche per contrastare la denatalità e avvio del rinnovo dei contratti della Pa ”sono i quattro pilastri che andranno a formare la prossima legge di bilancio”. In particolare sarà avviato "il percorso di rinnovo dei contratti" della Pa relativo al triennio 2022-2024, e "particolare attenzione sarà posta al personale medico-sanitario, nell'ambito delle ulteriori risorse destinate" al finanziamento della spesa sanitaria. E a proposito: ”Solo con la prossima legge di bilancio potrà essere definito e quantificato il livello, in rapporto al Pil, della spesa sanitaria e potranno essere effettuati in maniera compiuta i confronti con i passati esercizi finanziari”.
Mercoledì la manovra 2023 sarà all'esame dell'aula della Camera, nel pomeriggio le prime votazioni. Serve la maggioranza assoluta e nel Governo si lavora per limitare al massimo le assenze ed evitare lo scivolone di aprile, quando la maggioranza andò sotto sul Def.
Giampiero Guadagni

( 10 ottobre 2023 )

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