È un materiale assolutamente unico. Leggero eppure resistentissimo, forgiato dall’uomo con straordinaria abilità ma esistente ancora prima di lui. Nasce da polveri amorfe e prende vita dal fuoco, sviluppandosi in un magma liquido che ricorda il mito di Vulcano-Efesto e della sua officina scavata nelle viscere dell’Etna. Era caro agli Egizi, agli Assiri e, settemila anni fa, ai primi artigiani della Mesopotamia e, ancora oggi, è un elemento chiave delle nostre case e in generale dell’architettura, supporta la nostra alimentazione e trova utilizzo persino nell’ambito della ricerca e della tecnologia di comunicazione. Il vetro è tutto questo e mille altre cose ancora. Il 2022 sarà il suo anno a livello mondiale: l’United Nations International Year of Glass è nato per decisione dell’Assemblea generale dell’Onu, a fronte della proposta presentata due anni fa da università, centri di ricerca, enti storici e culturali, aziende e associazioni di settantanove Paesi, in rappresentanza di tutti e cinque i continenti. Un lungo calendario di manifestazioni, con il supporto di musei e mostre, saluterà nel vetro un protagonista assoluto della nostra vita e, soprattutto, lo strumento trasparente per costruire un futuro migliore. Il via ufficiale il 10 febbraio a Ginevra, nella sede dell’Onu. L’intento, si legge nei documenti, è “la promozione dell’intera filiera del vetro, delle potenzialità passate e future” di questo materiale, la dimostrazione concreta di come “la comunità del vetro stia supportando gli obiettivi di sviluppo dell’Onu: produzione responsabile e sostenibile, innovazione a livello di infrastrutture, energia pulita e accessibile, azione contro il cambiamento climatico, salute e benessere, educazione ed equità di genere.”