Giovedì 24 aprile 2025, ore 19:52

Cinema

Simenon-Maigret e lo schermo

di ARMANDO LOSTAGLIO

George Simenon (1903-1989) è stato uno scrittore prolifico nella Francia dei primi decenni del secolo scorso. La popolarità la deve in particolare al Commissario Maigret, la cui azione poliziesca non è soltanto diretta a scoprire l’autore del reato, quanto al perché sia stato commesso. E Maigret assume il volto bonario di chi cerca di scoprire la verità senza creare eccessivo male a nessuno. Una immagine che si incarna alla perfezione nel suo alter-ego, che sul piccolo schermo Rai ha la gravitas fisica ed umana di Gino Cervi. E così, fra i molti attori che hanno interpretato il commissario Maigret, colui che più di tutti rispondeva all'ideale dello scrittore francese è stato, per sua ammissione, l'eccellente attore bolognese (1901-1974).

Misurato, paterno, ironico verso la sua signora Maigret, la riservata Andreina Pagnani. Gli sceneggiati Rai ad episodi, dal titolo “Le inchieste del commissario Maigret”, vennero suddivisi in quattro stagioni per un totale di trentacinque puntate, dal 1964 al 1972: regia di Mario Landi e sceneggiatura di Diego Fabbri.

Per la realizzazione venne incaricato Andrea Camilleri, giovane delegato di produzione; fu lui a decidere sul nome di Cervi, intuizione felicissima. Con una fotografia sfumata in bianco e nero come il fumo della pipa del commissario, Cervi si muoveva (nella sigla) lungo i boulevard sulle note e la voce di Luigi Tenco. L'ultima stagione portò davanti al televisore diciotto milioni e mezzo di telespettatori; nel 1967 Landi porterà Cervi- Maigret anche sul grande schermo nel film Maigret a Pigalle. Il cinema non poteva non accorgersi della forza di Maigret. E lo stesso Simenon ne era coinvolto: fu presidente della Giuria al XIII Festival di Cannes;

in concorso quell’anno Bergman, Minnelli e Bunuel, Antonioni e Fellini (con il quale rimase molto amico), il gotha insomma. Con il genio riminese condivideva quel concetto un po’ utopico il cui “sogno di felicità era poter mentire senza causare sofferenza a nessuno”.

Simenon che si dedicava ogni mattina alla scrittura delle sue dieci cartelle, e poi si andava a donne. L’ultimo film sul Commissario in ordine di tempo è del 2022, girato da Patrice Laconte con un imponente Gérard Depardieu: Maigret. Ma torniamo indietro: altra figura carismatica del cinema francese è Jean Gabin (1904-1976) che interpreterà nel 1958 Maigret tend un piége diretto da Jean Delannoy, dal romanzo “La trappola di Maigret”. Il viso rotondo e rassicurante del grande attore francese rimarca con autorevolezza e malinconia il personaggio di Simenon. Il debutto sul grande schermo del Commissario risale al 1932, in tre diverse versioni: interpretato da Abel Tarride in Le Chien jaune, da Pierre Renoir (fratello del regista Jean) in La Nuit du carrefour, e da Harry Baur Il delitto della villa. I polizieschi di George Simenon risentono in un primo momento di produzioni limitate, e soprattutto gravitano intorno al protagonista, trascurando invece le atmosfere tanto care allo scrittore che privilegia l’origine delle vicende e le soluzioni del caso. Le serie televisive sono innumerevoli, persino in Giappone.

( 16 luglio 2024 )

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