Sulla scia dell’esistenzialismo di Kierkegaard, e con molte contiguità con quello novecentesco di Gabriel Marcel, il filosofo tedesco Karl Jaspers affida alla filosofia il compito di indagare l’esistenza nei suoi aspetti irrazionali, riservando alla scienza la realtà esterna degli oggetti, il mondo della natura, il campo dei problemi. L’irrazionale è ciò che oltrepassa l’uomo, l’orizzonte non scelto contro cui si misura la sua volontà. Irrazionali sono ad esempio le situazioni-limite: la follia, la sofferenza, la malattia, la morte, le calamità naturali, gli orrori della storia come l’olocausto, il silenzio di Dio di fronte al male, il potere mostruoso e incontrollabile della tecnica, la minaccia del conflitto atomico. Queste situazioni estreme vanno al di là delle capacità di previsione dell’uomo, mettendolo a contatto con l’inadeguatezza, l’inettitudine, l’impossibilità di realizzare il suo essere