Amazon sbarca in Svezia e il sindacato americano avverte i colleghi scandinavi: non lasciate che il colosso dell’e-commerce si stabilisca nel vostro paese senza fare richieste. “La Svezia deve mettere in discussione il modo di lavorare in Amazon””, sottolinea il presidente della Rwdsu (Retail, Wholesale and Departement Store Union) Stuart Appelbaum.
Appelbaum è noto per le sue critiche al colosso guidato da Jeff Bezos. Ma in questo caso la questione posta dal sindacalista va oltre. “La domanda che dobbiamo porci - dice - è come possiamo, in modo democratico, assicurare che i profitti della quarta rivoluzione industriale siano trasferiti dalle l'elite alla società. In sostanza: come possiamo garantire che l'aumento della produttività avvantaggi tutti nella società e che i lavoratori non diventino solo un ingranaggio nella macchina?”
Appelbaum è stato alla guida di Rwdsu per 20 anni. Anni che sono stati di grande cambiamento per il mercato del lavoro e in cui le aziende hanno acquisito sempre più la dimensione transnazionale. “I sindacati devono fare come le aziende e andare oltre i confini nazionali” avverte il sindacalista. “Concentrarsi sulle condizioni in un singolo paese non basta più. Sono necessari sforzi globali per entrare in queste aziende e assicurarsi che i lavoratori siano tutelati”.
La soluzione, per Appelbaum, è la collaborazione tra sindacati a livello globale, come già sperimentato ad esempio nel caso dell’apertura di H&M a New York. “E’ stato proprio grazie alla presenza dei membri del sindacato svedese che i nostri negoziati con H&M hanno avuto successo”, riconosce il leader Rwdsu. “Quando abbiamo negoziato con il gigante dell'abbigliamento, abbiamo avuto al tavolo un rappresentante di Handels (la federazione dei lavoratori del commercio svedese, ndr) e ha fatto capire alla filiale americana del colosso dell’abbigliamento che la Svezia stava osservando. In quel caso, - conclude - la collaborazione tra sindacati è stata fondamentale”.
(Articolo integrale di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)