Mercoledì 24 aprile 2024, ore 19:06

Verice di Bruxelles 

I laeder Ue trovano l’intesa, nasce il Recovery fund da 750 mld 

di Rodolfo Ricci

Si dice che un accordo, mediocre o cattivo, sia sempre meglio di un non accordo. In questo caso è stato difficile, ma è fatta. Intesa raggiunta al vertice europeo sul Recovery Fund ed il Bilancio Ue 2021-2027. Sintomo che "l'Europa è solida, è unita" ha esultato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel dopo una maratona negoziale di oltre 90 ore che ha fatto del summit il più lungo della storia dell'Unione. All'Italia l'intesa porta una dote di 209 miliardi. Il premier Giuseppe Conte è riuscito infatti a strappare un piatto ancora più ricco (82 miliardi di sussidi e 127 di prestiti) rispetto alla proposta della Commissione di maggio, che destinava al nostro Paese 173 miliardi (82 di aiuti e 91 di prestiti). Non sono chiare ancora tutte le condizionalità. Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di "giornata storica per l'Ue", che per la prima volta mette in comune il suo debito per rafforzarsi e reagire alla crisi seminata dal Covid-19.

Un "buon segnale" per Angela Merkel, mentre per il commissario Paolo Gentiloni il Next Generation Eu "è la più importante decisione economica dall'introduzione dell'euro". L'annuncio dell'intesa è arrivato intorno alle 5.30 di ieri mattina, dopo che i leader hanno trascorso ore e ore a ricontrollare tutti i documenti concordati. L'ultimo tema più controverso - il rispetto della condizionalità sullo stato di diritto - invece, è stato risolto per acclamazione contraddicendo le più fosche previsioni. La soluzione è stata individuata dopo un meticoloso lavoro di cucitura, a piccoli gruppi, svoltosi nella giornata di lunedì, per modificare la proposta presentata sabato. Un testo in cui la condizionalità è stata così tanto diluita che lo stesso leader ungherese, Viktor Orban (pronto alla guerra totale assieme al polacco Mateusz Morawiecki) ne ha addirittura applaudito con entusiasmo l'adozione, arrivando a congratularsi con Macron per gli input risolutivi. Un punto fermo sulla madre di tutte le battaglie, il Recovery Fund, era già stato messo nel pomeriggio di lunedì.

“È un fatto molto positivo l’accordo tra i governi europei per il Recovery Fund. Ma ora l’Italia non deve sprecare questa occasione storica. Occorre un accordo fra governo e parti sociali per la destinazione di queste somme ingenti, con un piano concreto e strutturale di interventi e riforme economiche per cambiare davvero il nostro Paese”, ha scritto su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando l’accordo sul Recovery Fund siglato stamattina all’alba tra i Governi europei.

Inoltre,  ha affermato Luca Visentini, segretario generale della Ces, “il budget complessivo dell'Ue non è abbastanza grande per fornire una trasformazione verde e digitale e risorse adeguate per la coesione e le priorità sociali”. L'insistenza dei quattro Stati membri frugali per tagliare i fondi e introdurre il controllo del Consiglio sui piani di ripresa nazionali, portando quindi potenzialmente a riforme strutturali di vecchio stampo, rileva il segretario generale della Ces, “si è unita al loro interesse egoistico per aumentare gli sconti e preservare i paradisi fiscali"

La dotazione complessiva del piano per sostenere i Paesi più colpiti dal passaggio del Covid-19 è rimasto fissato a 750 miliardi. E dopo varie oscillazioni (da 500 a 450, a 400) l'asticella della quota di sussidi si è fermata a 390 miliardi di euro, con la Resilience e Recovery Facility, il cuore del Fondo per il rilancio economico, allocato direttamente ai Paesi secondo una precisa chiave di ripartizione, a 312,5 miliardi. La sforbiciata ha ridotto invece i trasferimenti spacchettati tra i programmi, 77,5 miliardi (rispetto ai 190 mld pensati dalla Commissione). In particolare, è stata azzerata la dotazione di Eu4Healt, il nuovo programma europeo per la sanità. A farne pesantemente le spese, anche il Just Transition Fund e il Fondo agricolo per lo sviluppo rurale. Il bilancio europeo 2021-2027 è rimasto a 1.074 miliardi di impegni. Ma sono stati accontentati i Frugali con succulenti rebate, i rimborsi introdotti per la prima volta su richiesta del Regno Unito ai tempi di Margaret Thatcher, che con la Brexit molti leader Ue avrebbero voluto cancellare. In alcuni casi sono stati raddoppiati.

Alla Danimarca sono andati 322 milioni annui di rimborsi (rispetto ai 222 milioni della proposta di sabato); all'Olanda 1,921 miliardi (da 1,576 miliardi) ; all'Austria 565 milioni (da 287), e alla Svezia 1,069 miliardi (da 823 milioni). Risolta anche la spinosa questione della governance sull'attuazione delle riforme dei piani nazionali che dovranno essere presentati dai Paesi per avvalersi delle risorse.La chiave di volta è stato un super-freno di emergenza emendato, oggetto di un negoziato durissimo tra Giuseppe Conte e Mark Rutte durato fino all'ultimo minuto, del quale il coriaceo olandese alla fine si dice soddisfatto. In sostanza, i piani presentati dagli Stati membri saranno approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata, in base alle proposte presentate dalla Commissione.

 

( 21 luglio 2020 )

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