Mercoledì 24 aprile 2024, ore 21:16

Tlc 

Il fondo Kkr vuole tutta Tim ma Vivendi non è d’accordo 

Un'opa sul 100% di Tim, è la mossa a sorpresa del fondo americano Kkr. Le intenzioni sono "amichevoli" ma in cda i rappresentanti di Vivendi, primo azionista con il 23,8%, non l'hanno presa bene e si preannuncia battaglia. Alle spalle però c'è un Governo che pur senza schierarsi guarda al Piano Italia a 1 Giga e valuta come 'positivo' l'interesse per il Paese. "L'obiettivo del Governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell'infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell'occupazione" ricorda il Mef.

Quella che sembrava una 'chiamata' di Vivendi al Governo, che ha in mano la 'golden power', ribadendo di essere "un investitore di lungo termine e la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Tim" sembra ottenere una risposta per nulla preoccupata. "L'interesse di questi investitori a fare investimenti in importanti aziende italiane è una notizia positiva per il Paese - è la posizione del Ministero dell'economia -. Se questo dovesse concretizzarsi, sarà in primo luogo il mercato a valutare la solidità del progetto". Concretamente sarà un Gruppo di lavoro composto dagli esponenti di Governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti a seguire il dossier, e quindi lo stesso Daniele Franco, insieme a Vittorio Colao (Mitd) fino al ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli.

Le tensioni che scuotono Tim provocano la dura reazione dei sindacati, che se la prendono con il governo, accusato di aver contribuito alle difficoltà del gruppo mettendo nel congelatore il progetto della rete unica (che sconta anche l'ostilità dell'Europa), e con un azionista, Vivendi, che punta "a ribaltare la Governance aziendale, anziché lavorare ad un piano industriale di sviluppo", ha detto il segretario della Fistel-Cisl, Vito Vitale. "Un'azienda che aveva basato il proprio piano di rilancio industriale su un progetto infrastrutturale condiviso dal Governo vede ora rimesso tutto in discussione per il repentino e ad oggi tutt'altro che chiaro cambio di impostazione dell'Esecutivo. C'è in gioco la tenuta occupazionale di Tim con il rischio di migliaia di esuberi e la tenuta di tutto il settore Tlc", hanno scritto Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil al ministro, Giancarlo Giorgetti, minacciando le mobilitazioni "più opportune", incluso lo sciopero, se non dovesse arrivare una convocazione "ad horas" al Mise.

Per ora la manifestazione d'interesse del fondo americano non è vincolante, prima vuole avere accesso alla data room, con una due diligence che potrebbe durare 4 settimane e avere il "gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti", ovvero assicurarsi che il Governo non eserciti la Golden Power. Tanto che anche altri fondi fanno sapere di aver aperto il dossierTim: Advent e Cvc si dicono aperti al dialogo con tutti gli stakeholders per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale della società Sul piatto la Kohlberg Kravis Roberts & Co mette 0,505 euro per azione e si accontenta del 51% di entrambe le categorie di azioni, ordinarie e risparmio, ma punta al 100% per procedere al delisting. Significa valutare la società 11 miliardi di euro, ovvero il 45% in più rispetto alla capitalizzazione alla chiusura di Borsa venerdì scorso, quando le azioni ordinarie erano quotate 0,3465 euro.

Se si guarda poi al minimo toccato a inizio novembre il premio è del 60% e del 55% se calcolato sugli ultimi 30 giorni. L'offerta a sorpresa del fondo americano Kkr sembra un 'colpo di coda' dell'ad Luigi Gubitosi, nelle ultime settimane messo alle strette dal suo primo socio Vivendi. Ma il 26 novembre lo aspetta un nuovo confronto in cda e all'ordine del giorno, secondo i rumors, potrebbe essere messa la sfiducia se i francesi troveranno in tempo un sostituto che metta d'accordo anche Cdp.

Rodolfo Ricci

( 22 novembre 2021 )

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