Venerdì 19 aprile 2024, ore 8:41

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Il Giappone si tiene le scartoffie. I lavoratori insorgono contro i no-fax

Pensi che il fax sia roba obsoleta? Non in Giappone. Nel paese degli origami, dire “sayonara” al fax e alla burocrazia è impresa da lottatore di sumo. Secondo uno studio governativo, un terzo delle famiglie giapponesi dispone di fax. La tecnologia avanza, ma lui resta saldo ed ancorato a studi ed appartamenti. È raro trovare un ufficio che non ne abbia uno. Molte istituzioni rispettabili evitano le e-mail e insistono per ricevere richieste di informazioni o altra documentazione solo via fax. Il Covid-19 minaccia i nostalgici innamorati del fax, che tuttavia tengono duro. Il ministero della salute giapponese ha infatti introdotto solo tra mille polemiche un sistema per i centri sanitari per segnalare nuovi casi di coronavirus online anziché tramite fax, telefono o e-mail scritti a mano. Questo ha però gettato nel panico molte persone, abituate a comunicare col fax. Futoshi Takami, un “salaryman”, come vengono chiamati i lavoratori giapponesi, dice che ha dovuto lavorare dall’ufficio fino a metà aprile, quando finalmente gli è stato detto che poteva lavorare da casa. “Dedicherò il mio tempo a pensare a cosa voglio veramente fare della mia vita”, ha detto sconsolato, sapendo che a casa non aveva un fax. I fax sono per lo più scomparsi dal settore privato, eppure sono rimasti ostinatamente un appuntamento fisso per molte agenzie governative. Un articolo di Hansun Hsiung, Assistant Professor presso la School of Modern Languages and Cultures della Durham University e ripubblicato da The Conversation, racconta dall’interno del paese come la popolazione sia rimasta spiazzata dalla scomparsa di alcuni fax per colpa del Covid. Molti occidentali hanno ridicolizzato questo aspetto del Giappone. Nel 2021 “il Giappone ha bisogno di un aggiornamento software”, scrive il New York Times, nonostante sia la patria di Panasonic e Mitsubishi, dei treni proiettili e della vita urbana illuminata al neon. In nessun luogo questo è meglio simboleggiato che nella storia d’amore in corso nel paese con il fax. Earl H. Kinmonth, statunitense oggi cittadino giapponese, polemizza con gli occidentali su Japan Forward: “Scrivere un articolo puerile, sarcastico e poco ricercato sull’uso del fax in Giappone che ridicolizza il popolo giapponese nel suo insieme non mi sembra un buon modo per promuovere la causa dei giornalisti asiatico-americani”. L’amore per il fax da parte dei nipponici è stato svelato agli occidentali dopo che il ministro della riforma amministrativa Taro Kono ha dichiarato in una conferenza stampa qualche mese fa che i fax utilizzati dai ministeri e dalle agenzie “sono un ostacolo al telelavoro”. A dire il vero, all’inizio di quest’anno anche il governo tedesco ha annunciato che avrebbe eliminato i suoi circa 8.000 fax . “Roba del periodo Showa”, polemizzano i modernisti riferendosi all’era dal 1926 al 1989, quando i fax erano ancora di uso comune. Con il Giappone sulla cresta del miracolo economico del dopoguerra, il presidente della Sony Akio Morita e il ministro dei trasporti giapponese Shintarō Ishihara lanciarono un manifesto nel 1989 che conteneva una profezia che lo aveva portato allo status di bestseller nazionale e nelle mani preoccupate dei funzionari della Cia. All’epoca, osservavano gli autori, le superpotenze americana e sovietica erano diventate “dipendenti dall'iniziativa del popolo giapponese” nello sviluppo di nuove tecnologie, come esemplificato dalla produzione dominante nel paese di chip a semiconduttore. Per Morita e Ishihara, questo ha segnato “la fine della modernità sviluppata dai caucasici” e l'emergere di “un'era di nuova genesi” guidata dalla supremazia tecnologica giapponese. Ma l’esuberante bolla del dopoguerra sarebbe scoppiata. L’invecchiamento della popolazione e le marcate disparità di genere e di reddito sarebbero diventate l'argomento dei titoli quotidiani. 
Il The Mainichi, quotidiano giapponese dal 1922, conferma che sul sito web del Ministero della salute, del lavoro e del welfare, che ha giurisdizione sulla legge sulle malattie infettive, è ora disponibile un modello stampabile di “rapporto” sul coronavirus. A seguito delle richieste di eliminare il metodo cartaceo e fax, il ministro di stato dell'ufficio di gabinetto Masaaki Taira, responsabile della politica informatica del Giappone, aveva infatti promesso che avrebbe “affrontato il problema”. Il risultato è un nuovo sistema, attraverso il quale i medici possono inviare nuovi rapporti sull’infezione da coronavirus ai centri sanitari pubblici su Internet. Quando il governo giapponese ha dichiarato l’emergenza per frenare la diffusione del coronavirus e ha chiesto alle persone di lavorare da casa, la folla si è precipitata nei negozi di elettronica, dato che molti giapponesi non hanno gli strumenti di base necessari per lavorare da casa. Contrariamente all’immagine ultramoderna di Japan Inc. con i suoi robot, la raffinatezza del design e i gadget in abbondanza, per molti aspetti il paese è tecnologicamente arretrato. Gli uffici si affidano ancora spesso ai fax anziché alla posta elettronica. Molte case non dispongono di connessioni Internet ad alta velocità e i documenti spesso devono essere timbrati di persona con sigilli intagliati chiamati “hanko”, che fungono da firme. Così tanti giapponesi non possono davvero lavorare da remoto, almeno non sempre. Sui social media come Twitter “usano ancora i fax” è diventato il meme preferito dagli stranieri che cercano di affermare la propria superiorità culturale e intellettuale senza ricorrere al linguaggio crudo del razzismo del XIX e XX secolo contro i giapponesi. Che il Giappone sia singolarmente arretrato a causa della sua presunta dipendenza dal fax è stato affermato da molti media in lingua inglese con il Washington Post che ha spinto questa linea almeno dal 2012. Nel 2022 “il Giappone ha bisogno di un aggiornamento software”, scrive il New York Times, nonostante sia la patria di Panasonic e Mitsubishi, dei treni proiettili e della vita urbana illuminata al neon. Eppure c’è qualche buona ragione per continuare a utilizzare il fax: è relativamente sicuro e questa è una delle ragioni principali per il suo uso continuato negli Stati Uniti. È più facile soddisfare i requisiti di protezione dei dati personali nel settore medico utilizzando il fax rispetto ad altre tecnologie. Earl H. Kinmonth polemizza: “Se il WaPo (Washington Post) è davvero interessato alla tecnologia retrò, potrebbe continuare a utilizzare i cercapersone negli Stati Uniti, dove ancora sono diffusi, mentre il Giappone ha rinunciato a loro nel 2019. Gli assegni cartacei continuano ad essere utilizzati negli Stati Uniti eppure non hanno mai preso piede in Giappone”. A parte la modulistica elettronica sanitaria sul Covid, i piani del governo sono stati nel complesso scartati dopo aver incontrato la resistenza dei funzionari “faxofili”. Bandire i fax sarebbe “impossibile”, secondo il quotidiano Hokkaido Shimbun, date le preoccupazioni per la sicurezza delle informazioni sensibili. Anche i sigilli Hanko, ampiamente utilizzati in Giappone per la firma di contratti, transazioni commerciali e varie procedure amministrative, inclusa l’iscrizione al programma pensionistico nazionale, resistono, nonostante quasi il 75% dei dirigenti delle piccole e medie imprese ha dichiarato a un sondaggio lo scorso anno di essere favorevole alla loro abolizione.
Raffaella Vitulano

( 13 gennaio 2022 )

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