Sabato 4 maggio 2024, ore 4:20

Francoforte 

Inflazione in calo nell’ Eurozona: Bce non esclude un taglio dei tassi  

Con l'accordo a 27 sulla revisione del bilancio pluriennale - che cambia il testo originario già votato all'Eurocamera - potranno iniziare i negoziati tra le istituzioni Ue. A quanto si apprende da fonti europee già lunedì, a Strasburgo, si terrà il primo trilogo sul nuovo testo. L'obiettivo, viene assicurato, è avere l'approvazione finale il prima possibile. La Commissione europea inoltre lavorerà su una proposta per ridurre gli oneri amministrativi agli agricoltori previsti nella Politica agricola comune, da presentare in tempo per il prossimo incontro dei ministri Ue dell'Agricoltura, in programma il 26 febbraio a Bruxelles. Lo ha annunciato la stessa presidente dell'esecutivo Ue, Ursula von der Leyen. "Dobbiamo difendere gli interessi legittimi degli agricoltori, in particolare nei nostri negoziati commerciali, garantendo condizioni di parità in termini di standard", ha aggiunto Von der Leyen.

L'esecutivo comunitario ha già proposto in particolare di consentire agli agricoltori dell'Ue di avvalersi di deroghe per il 2024 alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere determinate aree non produttive. Per ricevere il sostegno della Pac, gli agricoltori devono rispettare una serie rafforzata di nove standard benefici per l'ambiente e il clima. Questo principio di condizionalità si applica a quasi il 90% della superficie agricola utilizzata nell'Ue e svolge un ruolo importante nell'integrazione delle pratiche agricole sostenibili.

La Francia, come sempre, non ha perso tempo. Qualche giorno fa Gabriel Attal ha già annunciato di voler mantenere gli sgravi fiscali per acquistare carburante per i trattori, che l’anno prima lo stesso governo aveva annunciato di voler progressivamente cancellare. Ha anche promesso lo snellimento di alcune procedure burocratiche per i proprietari di piccole aziende agricole, e maggiori fondi per l’agricoltura dal bilancio nazionale. Basterà questo? Per ora sembra di sì, anche se il carrello della spesa, sopratutto in Italia, condiziona in modo negativo l’andamento dei prezzi. Infatti, a livello di Eurozona l'inflazione sta allentando la morsa. Secondo la stima flash di Eurostat l'inflazione dovrebbe attestarsi al 2,8% a gennaio, in calo rispetto al 2,9% di dicembre. E sono in significativo rallentamento anche gli indici dei prezzi di Germania (dal +3,7% di dicembre al +2,9% di gennaio) e Francia (dal 3,7% di dicembre al +3,1% di gennaio). La vigilanza delle banche centrali si conferma in ogni caso conservatrice. Anche la Banca d'Inghilterra ha seguito la linea di Bce e Fmi mantenendo fermi i tassi sulla sterlina, con quello principale al 5,25%. E come le altre banche centrali ha rimandato un allentamento della stretta monetaria.

La Bce ha bisogno di tutti i dati, ma uno che è molto importante è quello sui salari. È questa la nuova linea della presidente della Bce, Christine Lagarde, in un'intervista a Cnn, sottolineando che il trend in corso è disinflazionistico "ma abbiamo bisogno di ulteriori progressi su questo fronte". Lagarde ha quindi spiegato di ritenere che all'interno del direttivo della Bce "tutti siamo d'accordo sul fatto che la prossima mossa, a prescindere da quando arriverà, sarà un taglio. La nostra missione è un'inflazione al 2% e ci arriveremo", ha aggiunto Lagarde. E l’Italia? "Non bisogna preoccuparsi troppo dell'inflazione italiana che a gennaio è risalita invece di allinearsi al costante calo che si continua a registrare nella zona euro".

Per il capo economista della Bce, Philp Lane, è tutto normale: dopo la grande disinflazione dell'anno scorso, che nell'Eurozona ha portato il tasso dal 10% di fine 2022 al 2,8% di adesso, i progressi quest'anno non saranno tantissimi. Alcuni banchieri centrali lo chiamano 'l'ultimo miglio', in genere quello più difficile da percorrere. Per Lane invece non c'è nulla di scontato, né in un senso né in un altro, perché le dinamiche che muovono l'inflazione sono ancora incerte e dominate dai rischi. Parlando ad un seminario, il capo degli economisti dell’Eurotower ha spiegato che il nuovo pericolo per l'andamento dei prezzi e dell'economia è la crisi nel Mar Rosso. Ma per ora l'impatto sembrerebbe limitato perché la domanda resta contenuta.

Si tratta comunque di un rischio notevole per l'economia, capace di mettere in discussione la previsione della Bce di una ripresa solida del commercio globale, spinta dalla domanda in aumento. I salari restano osservati speciali anche perché potrebbero ricominciare a fare pressioni sull'inflazione, allontanando il primo taglio dei tassi che tutti si aspettano entro giugno. Lane ribadisce la linea della presidente Lagarde: la Bce agirà quando sarà sufficientemente sicura che l'inflazione tornerà al target del 2% nel tempo previsto. Ma i mercati sono in pressing su Francoforte.

Rodolfo Ricci

( 2 febbraio 2024 )

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