Martedì 8 ottobre 2024, ore 13:42

Bruxelles 

L’ Ue pensa anche ad Eurobond per finanziare la difesa comune 

L'Unione europea delle Finanze vuole più mercato, ma litiga sulla difesa: chi vuole gli Eurobond, chi no. Chi vuole liberare gli investimenti della Bei, e chi teme che ne aumenti il rischio con finanziamenti più costosi (con un rating peggiore). Gli schieramenti rispecchiano il solito schema dei 'frugali' contro tutti, perché gli Eurobond sarebbero nuovo debito comune, e i Paesi del Nord pensano sempre che il NextGenerationEu sia esperienza unica e irripetibile. Ma tutti son d'accordo sull'urgenza di far qualcosa per liberare finanziamenti, nella difesa e non solo. "Sarà necessario investire di più nella difesa e nella sicurezza. Sappiamo com'è la situazione internazionale. È importante vedere quali sono le possibilità e uno di questi è sicuramente la direzione strategica della Bei", ha detto il ministro belga delle Finanze Vincent Van Peteghem, alla presidenza di turno della Ue.

Quanto all'idea degli eurobond sulla difesa "è sul tavolo e dobbiamo vedere se è una possibilità". Per ora Berlino frena: "Non penso che abbiamo bisogno" di Eurobond per finanziare gli investimenti nella difesa, ha detto il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. "Abbiamo responsabilità nazionali sulla spesa per la difesa". E sulla difesa comune europea c'è una criticità: non tutti i membri dell'Ue sono anche membri della Nato, quindi esistono approcci diversi. Tutto ciò su cui c'è accordo politico al momento, "è l'Ngeu", ha sottolineato il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe sugli Eurobond per gli investimenti nella difesa.

La sintesi migliore sull' urgenza di sbloccare gli investimenti europei è emersa dalla presidente della Bce Christine Lagarde: "800 miliardi l'anno saranno necessari in Europa a partire dal 2031 per rispettare l'impegno del 2040 del 90 per cento di taglio delle emissioni". 75 miliardi l'anno saranno necessari se tutti i Paesi europei manterranno l'impegno Nato del 2% del Pil nella difesa. Lagarde parlava in realtà di sbloccare l'Unione dei mercati dei capitali, tema apparentemente oscuro ma da un decennio ormai ritenuto il 'sacro graal' capace di liberare ricchezza inespressa nell'Ue. I ministri delle Finanze dell'Eurozona e dell'Ue tutta si sono incontrati a Gand, cittadina belga nelle Fiandre Orientali, per parlarne nuovamente.

L'idea è sbloccare il dossier arrivando infine a una dichiarazione al prossimo Euro Summit. Da lì dovrebbero muovere gli Stati per liberare i vincoli di maggior ostacolo. Varie fonti hanno segnalato un volere comune dei partecipanti ad andar avanti, anche se ancora non è chiaro come. In tutto questo si è inserito il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire con un appello: "Si faccia un'unione dei mercati dei capitali volontaria con gli Stati che lo desiderano, con vigilanza europea volontaria" procedendo con un prodotto di risparmio europeo volontario, e "garanzie volontarie per una cartolarizzazione" comune sempre tra gli Stati interessati. Lindner per parte sua ha replicato caustico di essere per un'unione dei mercati dei capitali non a più velocità, ma ad alta velocità. "Cioè andare avanti rapidamente con tutti i 27".

Rodolfo Ricci

( 26 febbraio 2024 )

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