Giovedì 25 aprile 2024, ore 2:49

Caso Embraco

La Slovacchia ha il premier più Fico d'Europa perché investe su conoscenza e capitale umano

di Ester Crea

Quanto della crescita dell’Est europeo è avvenuta a nostro carico, in termini di risorse che dall’Ovest si sono spostate ad Est? Una buona parte, certamente. Va anche detto che negli anni in cui anche il nostro Mezzogiorno ha beneficiato in maniera più copiosa dei fondi europei per il bilanciamento delle differenze tra le regioni del paese, il risultato non è stato lo stesso. Più che recriminare, allora, per quello che ci è stato sottratto, sarebbe utile capire in cosa gli altri sono stati più bravi di noi. E correggere il tiro per il futuro. Ebbene, il caso più interessante è proprio quello dello Slovacchia, anche perché, contrariamente ad altri Paese dell’Est, è entrata nel club di Eurolandia. Cominciamo, dunque col togliere dal tavolo uno degli argomenti preferiti dal leader della Lega, Matteo Salvini. Il problema in questo caso non è l’euro. Quanto al costo del lavoro, di sicuro la Slovacchia è competitiva rispetto all’Europa occidentale, ma non rispetto agli altri paesi di Visegrad. I 10,4 euro di costo del lavoro della Slovacchia, al ventesimo posto in Ue e in crescita del 3,5% rispetto all’anno precedente sono i più alti della sua regione di riferimento. No. La vera differenza sta in una politica che agevola le imprese. Per capire in che misura, basta risalire indietro di qualche mese. Lo scorso anno il premier socialista Robert Fico ha riunito i rappresentanti di 14 grandi investitori stranieri in Slovacchia, tra cui rappresentanti dei produttori di automobili, il rivenditore online Amazon e Whirlpool per discutere del contesto imprenditoriale in Slovacchia. Alla riunione hanno partecipato anche il ministro dell'Economia Peter Žiga e il ministro delle finanze Peter Kažimír. "Mi sono rivolto a rappresentanti di questi investitori stranieri e ho chiesto loro di rivelare se in qualsiasi momento hanno riscontrato comportamenti che possono essere considerati corrotti o non trasparenti", ha rivelato il premier, spiegando che le procedure di autorizzazione coinvolgono riunioni tra investitori e rappresentanti del governo e dei comuni. "Nessuno dei rappresentanti dei nostri investitori stranieri mi ha informato che si sia verificata una simile situazione”. Fico e i rappresentanti degli investitori hanno anche discusso della necessità di assicurare una forza lavoro qualificata. Il mercato del lavoro è attualmente privo di 40-50mila lavoratori qualificati e le aziende premono per consentire l’ingresso di manodopera specializzata straniera in Slovacchia. "Vogliamo concentrarci sul tema della doppia istruzione e della mobilità della forza lavoro, perché questa è molto bassa in Slovacchia, ma anche affrontare argomenti relativi a nuove forme di occupazione", ha detto Fico. Un altro argomento di discussione è stato il supporto della scienza e della ricerca, perché - ha precisato il premier - la Slovacchia è un paese interessato più alla qualità degli investimenti che alla quantità. Prova ne è che da quest’anno per ogni euro investito in ricerca e sviluppo le aziende possono detrarne due dalle loro tasse (fino allo scorso anno lo sconto era di 1,25 euro per ogni euro investito). Ecco, se c’è una ricetta da copiare è proprio questa: non sgravi a pioggia per favorire chicchessia, ma premiare chi investe nei fattori di sviluppo di un paese: capitale umano e conoscenza. I politici nostrani prendano appunti.
 

( 21 febbraio 2018 )

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