Giovedì 25 aprile 2024, ore 1:52

Conti pubblici

La Ue al Governo italiano: violate le regole sul debito

È stata rispettata nel 2018, nel 2019 e non lo sarà nel 2020, e quindi è giustificata una procedura per debito eccessivo. E’ quanto scrive la Commissione Ue nel rapporto sul debito italiano. Per Bruxelles, il rallentamento economico "spiega solo in parte l'ampio gap" nel rispetto della regola, e la "retromarcia" su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020,rappresentano "fattori aggravanti", ha detto Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, parlando dell'Italia nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles.

Tra l’altro, "il debito italiano resta una grande fonte di vulnerabilità per l'economia" e "le nuove misure e il trend demografico avverso capovolgono in parte gli effetti positivi delle riforme pensionistiche del passato e indeboliscono la sostenibilità a lungo termine" delle finanze, danneggiata anche dall' "aumento dei tassi d'interesse dei titoli di Stato osservato nel 2018 e 2019" scrive la Commissione. Già le previsioni economiche di primavera, infatti, (presentate all'inizio di maggio) parlavano di un debito pubblico fuori controllo che nel 2020 schizzerà al 135,2%. "Alla luce dei dati notificati nel 2018 si conferma che l'Italia non ha fatto sufficienti i progressi per rispettare i criteri del debito nel 2018", era già scritto nella lettera inviata da Bruxelles al governo italiano la settimana scorsa. Poi "usare le entrate inattese per abbattere il debito, spostare la tassazione dal lavoro,combattere l'evasione, specialmente l'omessa fatturazione, rafforzando l'uso di pagamenti elettronici, e abbassando la soglia per i pagamenti in cash. Attuare pienamente le passate riforme delle pensioni per ridurre il peso di quelle di vecchiaia sulla spesa pubblica e creando spazio per altre spese sociali pro-crescita: sono alcune delle raccomandazioni della Ue all'Italia.

La Commissione quindi ha preso atto che ci sono le condizioni per aprire la procedura di infrazione, anche se tecnicamente, ha precisato Dombrovskis, ancora non è stata aperta. "L'Italia non ha rispettato la regola del debito e una procedura è giustificata, ma non stiamo aprendo la procedurai", perché "prima devono esprimersi gli Stati membri", ha precisato.

L'analisi dell'esecutivo europeo passerà al vaglio del Comitato economico e finanziario, in cui siedono i direttori generali del Tesoro e delle Banche centrali nazionali. A sua volta il Comitato emetterà un'opinione entro quindici giorni di cui la Commissione Ue terrà conto per presentare una proposta di avvio della procedura contro l'Italia sul tavolo dei ministri delle finanze europei (Ecofin) alla prima riunione utile del 9 luglio. Saranno i ministri a decidere a maggioranza qualificata se far partire o meno la procedura, approvando anche le raccomandazioni che la Commissione Ue presenterà contestualmente sulle correzioni con scadenze precise dei conti pubblici italiani.

"La posizione della Commissione europea sulla procedura d’infrazione per l’Italia non stupisce nessuno e dice al paese di recuperare investimenti sulla crescita anche attraverso una riforma del fisco che guardi al lavoro dipendente e alle pensioni, così come a una guerra estrema all’evasione fiscale. Esattamente tutto quello che da tempo chiediamo al governo", ha commentato  la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. "Spero - ha aggiunto - che si eviti in tutti i modi un salasso ulteriore che pagheranno famiglie, lavoratori, pensionati e giovani".

( 5 giugno 2019 )

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