Venerdì 26 aprile 2024, ore 21:56

Scenari

Pechino e quella voglia irrefrenabile di de-dollarizzare il sistema finanziario

inesi e russi stanno escogitando un modo per usare il regime delle sanzioni statunitensi come una manovra di judo per abbattere l’intero sistema del dollaro. Ma davvero siamo entrati nel periodo della storia in cui il centro di potere globale si sposterà dagli Stati Uniti alla Cina? Questo è l’obiettivo che Csi, Eaeu (Unione economica eurasiatica), Sco (Organizzazione per la cooperazione di Shanghai) e Brics si sono dati pochi giorni fa a Mosca al 15° Forum economico internazionale degli Stati membri della Csi (la Comunità degli Stati Indipendenti che conta nove membri: Russia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan e Uzbekistan). Culmine dell’evento è stata la sessione plenaria dedicata al processo di integrazione delle quattro associazioni. Passetti in avanti per l’integrazione non sembrano tuttavia ancora minacciare il dollaro, per quanto Putin abbia annunciato l’accordo affinché lo yuan diventi la nuova valuta di riserva globale. “Siamo favorevoli all’uso dello yuan cinese negli insediamenti tra la Russia e i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Sono sicuro che queste forme di accordi in yuan saranno sviluppate tra i partner russi e le loro controparti nei paesi terzi”ha confermato il presidente Vladimir Putin anche durante i colloqui con il suo omologo cinese Xi Jinping. Due terzi dell’attuale commercio tra Mosca e Pechino viene effettuato in valute nazionali: lo yuan e il rublo, ha osservato il presidente russo. Il commercio della Cina con la Russia ha raggiunto un livello record nel 2022, crescendo di quasi un terzo a causa delle sanzioni occidentali contro Mosca. Il commercio bilaterale è sulla buona strada per superare i 200 miliardi di dollari quest'anno. L’America è un paese ricco perché il dollaro come valuta di riserva globale, accanto al dollaro come petrodollaro (concetti correlati ma distinti), consente agli Stati Uniti di prelevare ricchezza dal resto del mondo, mantenendo una centralizzazione del potere e dell’influenza globali sotto quella che chiamiamo egemonia. La Cina probabilmente sarà in futuro - ammesso che gli Usa glielo consentano solleticando Hong Kong e Taiwan - il centro dell’economia globale, ma sembra al momento non avere alcun interesse a fare il gendarme del mondo. La sua tradizione di crediti sociali non ne ha bisogno. Difficile tuttavia immaginare che la Cina, con le sue migliaia di anni di storia, occuperà l’America per costringere le persone a ballare TikTok mentre i loro organi da vendere vengono prelevati da pipistrelli mutanti. Tuttavia Pechino sa bene il fatto suo e sa giocare abilmente come il gatto col topo. I media, inoltre, sottovalutano l’accordo tra Arabia Saudita e Iran mediato dalla Cina, che è di importanza strategica assoluta per quanto sembri di poco appeal. L’annuncio russo di standardizzare lo yuan come valuta commerciale globale è la minaccia più significativa all’egemonia degli Stati Uniti, ma i media sembrano distratti. Aspettiamo tempi maturi per un annuncio congiunto da parte di Cina, Russia, Arabia Saudita e Iran sul futuro dell’economia globale perché la gravità della situazione cominci ad essere ben compresa. Bisogna dire che l’amministrazione Biden ha davvero aiutato molto Xi minacciando costantemente di guerra la Cina a e imponendo sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina. Non sarà cosa semplice, ma è probabile che la Cina sarà in grado di superare i danni della dedollarizzazione. La Russia ha già dedollarizzato, quindi è pronta salpare dopo aver ristrutturato l’intera economia. Molti analisti suggeriscono che il crollo del dollaro non sarà come i giochi di Fallout, ma seguirà piuttosto le dinamiche del crollo dell’Urss, con lentezza. La Unione economica eurasiatica (Eaeu) e la Commissione economica eurasiatica (Cee) sono attualmente impegnate nella creazione di una serie di accordi di libero scambio con nazioni dall’Asia occidentale al sud-est asiatico per aumentare il commercio bilaterale nelle proprie valute, come nei casi Russia-Cina, Russia-India, Iran-India, Russia-Iran e Cina-Iran. Ma non sarà la Russia ad assumere un ruolo di leadership nella creazione di un nuovo sistema finanziario globale. Ciò potrebbe semmai ricadere sulla Global Security Initiative della Cina. La divisione in due blocchi sembra inevitabile: la zona dollarizzata - con la sua eurozona incorporata - in contrasto con la maggioranza del Sud del mondo, che godrà di un nuovo sistema finanziario e una nuova valuta per il commercio internazionale. A livello nazionale, le singole nazioni continueranno a fare affari nelle proprie valute nazionali. Per la Russia, la sfida principale della politica monetaria sarà la modernizzazione del credito. E per prevenire l'impatto negativo delle fonti finanziarie estere, la chiave sarà la monetizzazione interna, mediante l’espansione del rifinanziamento a lungo e medio termine delle banche commerciali e la sostituzione sistematica dei prestiti esteri di banche e società controllate dallo Stato con fonti di credito nazionali. Anche i paesi del Golfo stanno seriamente pensando alla dedollarizzazione. Uno dei punti salienti dell’ultimo incontro annuale del World Economic Forum a Davos, in Svizzera, è stato infatti quando il ministro delle finanze saudita Mohammed al-Jadaan ha chiarito che Riyadh “prenderà in considerazione il commercio di valute diverso dal dollaro Usa”. Il petroyuan è finalmente a portata di mano? Forse. Le banche centrali di Iran e Russia stanno intanto studiando l’adozione di una “moneta stabile” per gli accordi commerciali con l’estero, in sostituzione del dollaro Usa, del rublo e del rial. I tifosi delle criptovalute spingono per una valuta digitale per il commercio emessa dalla banca centrale (Cbdc) ma sostenuta dall’oro, che dovrebbe di fatto essere impermeabile al dollaro. Ma questa è un’altra storia.
Raffaella Vitulano
 

( 30 marzo 2023 )

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