Chiudere un accordo su un Recovery fund da 750 miliardi è possibile. Giuseppe Conte mostra un cauto ottimismo sulla possibilità di portare all'Italia 172 miliardi tra risorse a fondo perduto e prestiti. La partita europea è ancora complicatissima ed è probabile che non si chiuda neanche con il Consiglio europeo del 17 e 18 luglio. Tutta in salita, come testimonia il confronto a cena con il premier olandese Mark Rutte, la battaglia sui vincoli e gli impegni sulle riforme per accedere ai fondi. Ma per il governo è una partita vitale, perché darebbe spazi di manovra in vista di quello che già la ministra Luciana Lamorgese annuncia come un autunno caldo, ma che per la maggioranza è già un'estate bollente.
La discussione che si è aperta sulla proroga dello stato di emergenza e i conseguenti poteri del premier, vengono letti come un campanello d'allarme da un ministro: la proroga viene considerata pressoché da tutti nella maggioranza inevitabile, indispensabile per proseguire nel contrasto al contagio, ma diventa detonatore di nuove tensioni. Il premier ritiene di non aver mai fatto mancare la disponibilità a riferire alle Camere.
Ma il dibattito sulla proroga si annuncia come un altro passaggio complicato. Perché se è vero che Nicola Zingaretti dà un assist al premier sulla necessità di fare tutto quel che è necessario per contrastare il virus, resta agli atti la richiesta dei Dem di sbloccare i dossier di governo e approvare in Parlamento la legge elettorale. E resta, nonostante i chiarimenti, l'irritazione per il rimpallo di responsabilità tra premier e ministri Dem sulla gestione della vicenda Aspi. E dalle fila del Movimento trapelano ogni giorno nuovi segnali di insofferenza. Dopo le polemiche per l'incontro di Luigi Di Maio con Mario Draghi, che ha irritato i più 'contianI’, il viceministro Stefano Buffagni difende il ministro degli Esteri e manda un messaggio al premier: "Conte non è in discussione. Serve però un cambio di passo, più coraggio, più concretezza, accelerare".
Ma in un Senato dai numeri assai traballanti, anche portare a fine luglio un voto come quello - a maggioranza assoluta - sul nuovo scostamento di bilancio tra i 10 e i 20 miliardi, diventa un problema, tant'è che c'è chi non esclude (o addirittura consiglia) un rinvio. Anche perché il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari minaccia di agitare ancor più le acque, ingrossando le fila degli inevitabili scontenti. Anche per questa ragione, in vista del voto del Parlamento sull'informativa di Conte in vista del Consiglio europeo, che si svolgerà mercoledì alla Camera e al Senato, sono in corso da giorni colloqui tra i capigruppo di maggioranza per cercare una sintesi su un testo che non scopra il nervo del Mes. Ma Emma Bonino proverà a mettere in difficoltà il governo con una sua risoluzione proprio a favore del fondo Salva stati.
È in questo clima che il premier si prepara ad affrontare una settimana fittissima, incominciata con l’incontro di questo pomeriggio a Berlino con Angela Merkel, E giovedì sera, quando cenerà a Bruxelles con Emmanuel Macron, due giorni non stop di negoziato. Perché non vengano ridotte - e su questo Conte mostra un cauto ottimismo - le risorse per il Recovery fund: dopo che Charles Michel ha confermato i 750 miliardi proposti dalla commissione, le basi ci sono.