Il governo prosegue l’opera di abbreviazione dei tempi dei concorsi avviata da Brunetta. Il Cdm ha infatti dato il via libera a una nuova disciplina, che si inserisce tra gli interventi del Pnrr per la semplificazione e digitalizzazione delle procedure amministrative. Lo schema di decreto fissa il limite massimo di 6 mesi per la conclusione della procedura concorsuale. La pubblicazione dei bandi avviene attraverso il portale del reclutamento inPA e sul sito istituzionale dell'ente che bandisce il concorso. Particolare attenzione alla rappresentatività di genere, con l'obiettivo di eliminare qualunque forma di discriminazione. Previste tutele nei confronti delle donne in gravidanza o allattamento.
L’intervento, sottolinea il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo, “permette di affrontare le oltre 170 mila assunzioni previste per il 2023 con maggiore forza, fiducia e consapevolezza di aver messo a sistema un meccanismo innovativo e all'avanguardia”.
“La certezza dei tempi - secondo il ministro - è un importante stimolo per i candidati, una garanzia per le amministrazioni”.
Intanto, mentre si accende il dibattito sul lavoro agile - tra i temi oggetto del decreto lavoro in discussione al Senato - il presidente dell’Aran chiarisce il suo funzionamento nel settore pubblico. “Lo smartworking - specifica Antonio Naddeo - inizialmente adottato come misura di emergenza durante la pandemia, si sta trasformando in una modalità ordinaria di organizzazione del lavoro. I contratti collettivi del pubblico impiego firmati nei mesi scorsi hanno regolamentato il lavoro agile e il lavoro da remoto, ma ora spetta alle singole amministrazioni fare un passo avanti e metterlo in pratica”.
È “comprensibile”, aggiunge il presidente Aran, che, per il lavoro da remoto, “all'inizio si siano adottate norme che favoriscono alcune categorie, come i lavoratori fragili o i genitori con figli minori di 14 anni”. Ora, però, è “il momento di superare tali interventi normativi”. “Occorre - secondo Naddeo - implementare lo smartworking in nuove organizzazioni del lavoro e trasformare le amministrazioni in organizzazioni orientate agli obiettivi. È il momento di abbracciare questa evoluzione e sfruttare appieno i vantaggi dello smartworking nella pubblica amministrazione. Le dichiarazioni del ministro per la Pa, Paolo Zangrillo, vanno in questa direzione: lavorare sulle organizzazioni delle amministrazioni, sulla definizione degli obiettivi, sul ruolo dei dirigenti, anziché intervenire con obblighi e prescrizioni normative”.
L’orientamento del ministero e dell’Aran è, dunque, quello di un’adozione generalizzata dello smartworking, che offra “vantaggi, tra cui maggiore flessibilità, riduzione dei costi operativi, miglioramento dell'equilibrio tra lavoro e vita privata, aumento della produttività e attrazione di nuovi talenti”.
Ilaria Storti