La scuola italiana ha bisogno di investimenti, rilancio, tutela. Ne hanno bisogno gli insegnanti, gli alunni e, purtroppo, anche la maggior parte degli edifici. La conferma arriva dai dati del rapporto Eurispes che fotografa emergenze vecchie e nuove, come quella della dispersione scolastica e quella degli episodi violenti (in aumento).
Sul fronte della dispersione scolastica i dati, pure in miglioramento anche grazie ai fondi Pnrr, sono ancora alti e lontani dalla media Ue. Il rapporto Eurispes segnala che un insegnante su due nelle scuole primarie, il 53,6%, ha osservato almeno una volta il fenomeno dell'abbandono scolastico. Ma la dispersione è maggiore nelle scuole medie dove la stessa percentuale arriva al 71,4% e ancor di più alle superiori, maggiormente negli istituti professionali rispetto ai licei, dove solo il 5,9% dei docenti dice di non aver mai riscontrato casi di abbandono scolastico.
Secondo i docenti intervistati, la povertà culturale dell'ambiente di origine degli alunni è la prima causa di dispersione. Per contrastarla, per gli insegnanti va prestata più attenzione all'apprendimento e all'integrazione dei ragazzi con difficoltà e vanno coinvolte maggiormente le famiglie. Più della metà dei docenti è quindi a favore dell'introduzione della figura del tutor, anche se in parte la ritengono una buona proposta ma difficilmente realizzabile.
Dai docenti arriva anche l’allarme sulle risorse che il paese investe sull’istruzione. Gli investimenti vengono giudicati scarsi o insufficienti. Il giudizio è abbastanza trasversale e coinvolge circa l'88% degli insegnanti delle superiori e il 90,2% dei professori universitari. Dallo studio emerge, inoltre, che la maggior parte dei docenti apprezza l'autonomia nella scelta dei programmi e dei metodi di insegnamento e sente di svolgere un ruolo cruciale nell'educazione delle giovani generazioni. Esprimono invece insoddisfazione per il trattamento economico (il 65% tra i professori universitari e quasi tutti, circa il 90%, tra i docenti delle scuole), per il mancato riconoscimento dell'importanza del proprio ruolo da parte della società (il 55,5% per i docenti universitari e oltre l'80% per tutti gli altri), per le opportunità di carriera e crescita professionale (il 54,2% di chi insegna nelle università e oltre 80% dei docenti nelle scuole).
Dati allarmanti, infine, sul fronte degli episodi di violenza. Negli istituti professionali e nei licei, un insegnante su quattro ha subito aggressioni da parte degli alunni almeno una volta nel corso della vita professionale. Al 17,6% del personale docente è capitato, inoltre, di subire minacce da parte degli studenti.
Gli episodi di violenza da parte dei genitori hanno poi riguardato almeno 1 docente su 10 nelle scuole primarie e secondarie e il 16% ha ricevuto in alcune occasioni minacce. Per quanto riguarda ancora i docenti della secondaria di secondo grado, al 15,2% è capitato, almeno una volta, di ricevere minacce da parte dei genitori degli alunni e al 13% di subire atti di violenza sempre dai familiari. Oltre la metà degli insegnanti delle primarie e medie, il 54,5%, ha sperimentato, in alcune occasioni, ingerenze dei genitori nelle scelte relative ai metodi e ai contenuti dell'insegnamento.
Ilaria Storti