Lunedì 16 settembre 2024, ore 9:08

Economia

Pil, crescita acquisita per il 2024 a più 0,6%

La crescita economica rimane bassa, frenata da consumi stagnanti (a causa della perdita di potere d’acquisto dei salari) e dal calo di fatturato di industria e agricoltura. A dipingere questo quadro sono gli ultimi dati Istat sull’economia, che segnalano un Pil acquisito per il 2024 allo 0,6%, rivisto al ribasso rispetto al più 0,7% della stima di luglio. Nel Def il governo ha previsto una crescita tendenziale per il 2024 pari all'1%. L’Istituto di statistica stima, invece, un più 0,9%.
Nel secondo trimestre dell’anno, evidenzia Istat, le componenti della domanda interna registrano una stazionarietà dei consumi finali nazionali e una lieve crescita degli investimenti fissi lordi pari allo 0,3%. Sia le importazioni sia le esportazioni sono in calo, rispettivamente dello 0,6% e dell’1,5%. 
I consumi, come detto, sono in frenata. La spesa delle famiglie residenti e delle istituzioni private è cresciuta dello 0,2% nel secondo trimestre dell’anno, mentre quella delle amministrazioni pubbliche è diminuita dello 0,5%. La crescita degli investimenti è stata determinata dalla spesa per impianti, macchinari e armamenti, cresciuti dell’1,1%, di cui 1,7% per la componente di mezzi di trasporto, e dalla spesa in fabbricati non residenziali e altre opere, cresciuta dell’1,8%. Invece, sono risultati in discesa gli investimenti in abitazioni dell’1,1% e quelli in prodotti di proprietà intellettuale dello 0,9%. Stazionari gli investimenti in risorse biologiche coltivate. 
In generale, a preoccupare è il dato che segnala i consumi finali “al palo” rispetto al trimestre precedente, e addirittura in diminuzione dello 0,1% su base annua.
Finora, a tenere su l’economia sono stati i servizi. Dal comparto arriva un contributo positivo dello 0,4% al Pil del secondo trimestre, mentre segnano un calo del valore aggiunto l'agricoltura e l'industria in senso stretto. “Nel secondo trimestre - dettaglia l'Istat - si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto nell'agricoltura, silvicoltura e pesca dell’1,7% e nell'industria in senso stretto dello 0,8%”. In crescita il comparto delle costruzioni, con un aumento dello 0,6%, quello del commercio, riparazione di veicoli, trasporto, magazzinaggio, alloggio e ristorazione (+0,5%), quello dei servizi di informazione e comunicazioni (+0,6%), delle attività finanziarie e assicurative (+0,2%), delle attività immobiliari (+0,8%). Stazionario il valore aggiunto delle attività professionali.
Dall’Istat arrivano anche dati sui prezzi alla produzione dell'industria, che crescono in termini congiunturali per il terzo mese consecutivo, spinti principalmente dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici e in particolare della fornitura di energia elettrica sul mercato interno. Al netto della componente energetica, i prezzi sono pressoché stazionari. Nel dettaglio, i prezzi alla produzione dell'industria aumentano dell'1,3% su base mensile e diminuiscono dell'1,1% su base annua (era -2,5% a giugno). In particolare i prezzi per la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata sono saliti del +6,7% su giugno. 
Ilaria Storti

( 2 settembre 2024 )

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