Nel suo intervento di insediamento, Fontana ha sottolineato la necessità di rilanciare il ruolo del Parlamento e ha sostenuto che la ricchezza dell'Italia è nella diversità delle realtà storiche e territoriali.
Molto critico il centrosinistra, che parla di ”deriva a destra” dell’Esecutivo. Il segnale è arrivato ad inizio seduta con lo striscione esposto sui banchi dell'aula da due deputati dem contro Fontana definito “omofobo” e “pro Putin”.
Enrico Letta ha poi giudicato questa elezione “uno sfregio che l'Italia non merita”. Ma il segretario del Pd non è riuscito ad evitare l'ennesima divisione delle opposizioni, ognuna delle quali ha votato un proprio candidato di bandiera.
Eletti i presidenti delle Camere si attende solo l’elezione dei capigruppo parlamentari prevista per lunedì e martedì e poi Mattarella potrà convocare le consultazioni per la indicazione del nuovo presidente del Consiglio e la formazione del Governo. La data cerchiata di rosso è il 20 ottobre, giorno indicato come il più probabile per l’apertura delle porte dello studio alla Vetrata, luogo nel quale il capo dello Stato riceve le delegazioni dei partiti. Sempre per prassi salgono al Quirinale gli ex presidenti della Repubblica, i due presidenti appena eletti e i rappresentanti dei partiti presenti in Parlamento. Solitamente vengono sentiti i capigruppo a cui normalmente si uniscono i leader dei partiti. Le coalizioni possono presentarsi in un’unica delegazione o divisi per partito. Vista la nettezza del risultato delle elezioni e visto il numero esiguo di gruppi parlamentari, in questa occasione le consultazioni potrebbero durare un giorno e mezzo al massimo. Dunque tra il 21 sera e il 22 Giorgia Meloni potrebbe ricevere l’incarico di formare il Governo. Sempre in quelle ore Mario Draghi, premier in carica per gli affari correnti dovrebbe atterrare a Roma di ritorno dal suo ultimo Consiglio europeo a Bruxelles. Una volta che il presidente della Repubblica conferisce l'incarico al presidente del Consiglio, questi solitamente accetta con riserva e conduce sue consultazioni con i partiti disposti a sostenere il suo Esecutivo. Davanti a un risultato netto di solito in uno o due giorni anche queste consultazioni si concludono. Se l’esito è positivo, il premier incaricato torna al Quirinale, scioglie la riserva e viene nominato presidente del Consiglio. All’uscita dallo studio alla Vetrata, dove ha appena parlato con il Capo dello Stato, il neo presidente del Consiglio legge la lista dei ministri. Il giorno dopo o anche poche ore dopo lo scioglimento della riserva, il presidente del Consiglio e i ministri giurano al Quirinale nelle mani del presidente della Repubblica. Se non sorgeranno intoppi politici, questo Governo potrebbe giurare già negli ultimi giorni di ottobre. Sceso dal Quirinale, il premier va a Palazzo Chigi. Al primo piano, nel salone delle Galere, il premier uscente consegna al nuovo la campanella, il cui trillo dà inizio alla riunione del Consiglio dei ministri. Il premier uscente lascia palazzo Chigi e il nuovo presidente del Consiglio riunisce per la prima volta il Consiglio dei ministri durante il quale si nominano Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Segretario del Consiglio e si assegnano le deleghe ai ministri senza portafoglio. Il Governo è ufficialmente in carica e può cominciare a varare decreti legge e disegni di legge, gli strumenti principali della sua attività. Una volta giurato il premier si prende uno o due giorni per scrivere il discorso programmatico con cui si presenterà alle Camere (questa volta si dovrebbe cominciare da Montecitorio) per chiedere la fiducia, entro dieci giorni dall’incarico. Il Governo è già ufficialmente operativo anche prima della fiducia e il premier può già presenziare ai vertici internazionali. Una volta incassata la fiducia l’Esecutivo è nel pieno delle sue funzioni e può cominciare a lavorare.
Giampiero Guadagni