Giovedì 25 aprile 2024, ore 21:45

Politica 

Partiti alla prova di responsabilità 

Tempi stretti per la manovra che il Parlamento deve approvare entro il 31 dicembre. Subito dopo i riflettori si accenderanno sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, in agenda a febbraio.
In realtà, come ovvio, del tema si parla più o meno alla luce del sole da molte settimane.
E mentre la corsa al Quirinale si scalda, mentre i leader politici cominciano le manovre di posizionamento (cambiando linea di settimana in settimana), mentre sulla stampa fioccano rose di nomi di candidabili e di candidati, Sergio Mattarella ha in qualche modo esplicitato la propria indisponibilità alla ricandidatura. Difficile interpretare diversamente le parole pronunciate giovedì in occasione della commemorazione di Giovanni Leone a 20 anni dalla scomparsa. Parole che costringono in qualche modo le forze politiche ad una prova di responsabilità, affrontando con spirito di serietà e condivisione il delicato passaggio del Quirinale.
Mattarella ha infatti citato il messaggio che il suo predecessore inviò al Parlamento il 15 ottobre 1975, ”messaggio ritenuto da giuristi autorevoli studiosi di grande livello uno dei massimi documenti sulla questione delle riforme istituzionali”. Tra gli altri temi trattati Leone ripropose la sollecitazione, già sottolineata dal Presidente Segni, di introdurre la non rieleggibilità del Presidente della Repubblica, con la conseguente eliminazione del semestre bianco.
E in quello stesso messaggio Leone ricordava che da presidente del Consiglio, nel 1963, si era fatto promotore di un disegno di legge che recepisse l'auspicio espresso dal suo predecessore. Quello stesso citato da Mattarella il 2 febbraio scorso, nel pieno della crisi del secondo esecutivo Conte, in occasione dei 130 anni dalla nascita di Segni. Proprio Segni definiva il periodo di sette anni ”sufficiente a garantire una continuità nell’azione dello Stato”. Aggiungendo: ”La proposta modificazione vale anche ad eliminare qualunque, sia pure ingiusto, sospetto che qualche atto del Capo dello Stato sia compiuto al fine di favorirne la rielezione”.
Ricordando Leone, Mattarella ha sottolineato come ”seppe soccorrere il sistema politico, le istituzioni che si trovava a servire, per superare contrasti e per consentire un ordinato democratico funzionamento delle istituzioni”. Il suo obiettivo, nel 1963 e nel 1968, fu di ”consentire una evoluzione del quadro politico e la prosecuzione ordinata della vita istituzionale del Paese”.
La presidenza Leone, iniziata con il 23 dicembre 1971, si concluse il 15 giugno 1978, con sei mesi di anticipo sulla scadenza naturale del mandato. Un mese prima l’omicidio del presidente della Dc Moro 55 giorni dopo il sequestro. Leone fu costretto a dimettersi, in seguito ad una campagna politica e di stampa, a partire da presunte rivelazioni sullo scandalo Lockheed.
Osserva Mattarella: ”Difficile ritrovare una campagna giornalistica, scandalistica e invereconda, come quella diretta contro il Presidente Leone, secondo un modello altre volte registrato”.
Parole sulle quali vale davvero la pena ragionare, almeno quanto accade per il toto Quirinale.
Giampiero Guadagni

( 12 novembre 2021 )

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