Dopo il lungo braccio di ferro tra ministero dell’Istruzione e Mef e l’accordo sulle risorse, è arrivato infine il via libera ufficiale (con tre decreti in Cdm) alle 58.348 assunzioni nella scuola. Si tratta di quasi 52mila insegnanti, oltre 6.200 unità di personale Ata e 259 presidi. Gli ingressi per i docenti erano attesi, già anticipati dalla titolare dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Nel dettaglio i tre decreti (Dpr), su proposta dei ministeri della Pa e del Mef, danno il via libera al ministero dell’Istruzione ad assumere per l’anno scolastico in partenza 51.773 unità di personale docente su posti vacanti e disponibili, di cui 38.380 su posti comuni e 13.393 su posti di sostegno, a cui si aggiungono 56 unità di personale educativo.
I numeri, come detto, erano noti (anche se ancora approssimativi). Ma i sindacati chiedevano uno sforzo maggiore. Soprattutto sul fronte degli amministrativi. Secondo Cisl Scuola le assunzioni di personale Ata sono insufficienti. Saranno coperti “solo i posti vacanti a seguito del turn over”. Con 6000 unità di personale a tempo indeterminato, sottolinea la segretaria generale della sigla cislina, “non si risolveranno gli storici problemi di un settore nevralgico che ogni giorno garantisce la funzionalità nelle istituzioni scolastiche”. “Il personale Ata - spiega Maddalena Gissi - è il volano di una scuola efficace. La politica deve intervenire con azioni e investimenti mirati. La copertura dei posti vacanti che storicamente sono affidati alle supplenze e la modifica delle norme sulla sostituzione in caso di assenza per malattie, sono tra i primi provvedimenti che chiediamo al Governo”. Per questo Cisl Scuola chiede che il Parlamento dia un “segnale tangibile che dell’attenzione più volte dichiarata”, sostenendo le proposte del sindacato su questo fronte.