Riparte il cammino del disegno di legge sulla non autosufficienza, che il governo Draghi aveva approvato nell'ultimo mese di lavoro. Il disegno di riforma, ribattezzato ddl anziani, è stato approvato dal Consiglio dei ministri. Si tratta di una legge che l'Italia attende da trent'anni e per cui i sindacati e le associazioni del terzo settore hanno fatto una battaglia pluridecennale. E che ora ci chiede anche l'Europa, via Pnrr. Le deleghe approvate dal Cdm prevedono una riforma articolata e complessiva, volta ad attuare le norme della legge di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti.
Il provvedimento muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente. Grazie a tale semplificazione e all'istituzione dei “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio, si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana.
Tra le altre novità importante previste dal ddl ci sono la definizione di una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana, con il compito di coordinare gli interventi; la promozione di misure a favore dell'invecchiamento attivo e dell'inclusione sociale, anche sostenendo il cosiddetto “turismo lento”; la promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione
intergenerazionale, anche nell'ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi; la promozione di interventi per la prevenzione della fragilità delle persone anziane; l'integrazione degli istituti dell'assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD); il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice; la previsione di interventi a favore dei caregiver familiari.
Entro marzo il Parlamento dovrà approvare il disegno di legge in cui sono fissati i criteri a cui il governo dovrà attenersi nell’emanare i decreti legislativi di attuazione, per approvare i quali il Parlamento avrà altri dodici mesi.
Il ddl, sottolineano in una nota congiunta Cisl ed Fnp, ha avuto “un iter lungo e complesso” e “solo grazie all'impegno sindacale e di altre organizzazioni di settore è stato inserito nel Pnrr e approvato dal precedente governo accogliendo molte delle richieste” delle parti sociali.
“Ci aspettiamo che sia rapidamente affidato alla discussione parlamentare e con le parti sociali - aggiungono i sindacati -. Attendiamo quindi l'apertura di un confronto, che sarà per quanto ci riguarda puntuale, propositivo e costruttivo soprattutto su alcuni aspetti che riteniamo fondamentali: l'infrastrutturazione di un sistema unitario sociosanitario per la non autosufficienza, la definizione e garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni, un investimento aggiuntivo di risorse necessarie a qualificare servizi ed interventi ancora fortemente sottodimensionati e differenziati”.
Ilaria Storti