La crisi della carta stampata non accenna a rallentare, così come la crescita esponenziale di web e social media. La televisione tiene, come pubblico, ma non come mezzo: è infatti sempre più vista su pc, smartphone e tablet. La conferma di questi trend ormai decennali arriva dal diciottesimo rapporto Censis sulla comunicazione.
I quotidiani cartacei venduti in edicola, spiega il report, nel 2007 erano letti dal 67,0% degli italiani e oggi solo dal 25,4%: il calo è stato del 3,7% in un anno e del 41,6% in quindici anni. Si registra anche una flessione dei lettori dei settimanali (meno 1,6%) e dei mensili (meno 0,6%). Gli utenti dei quotidiani online invece aumentano e sono il 33% degli italiani (più 4,7% in un anno), un numero comunque inferiore a quanti utilizzano i siti web d’informazione generici (il 58,1%: più 4,3%).
Dati negativi anche per i libri. Dopo un breve arresto dell'emorragia di lettori, osservato nel 2021, gli italiani che oggi leggono libri cartacei sono il 42,7% del totale (meno 0,9% rispetto allo scorso anno e meno 16,9% rispetto al 2007). La flessione è parzialmente compensata dall'aumento dei lettori di e-book, pari oggi al 13,4% degli italiani (più 2,3%).
La fruizione della televisione resta stabile: la guarda il 95% degli italiani. Ma, come detto, è ormai improprio parlare di televisione. La percentuale è infatti il saldo tra la diminuzione dei telespettatori della tv tradizionale (meno 3,9% rispetto al 2021), una lieve crescita della tv satellitare (più 1,4%), il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv arrivano al 52,8%, più 10,9% in un anno) e il boom della mobile tv, passata dall'1% di spettatori nel 2007 al 34,0% di oggi (più di un terzo degli italiani).
Dati molto buoni per la radio che, spiega il Censis, “continua a rivelarsi all'avanguardia all'interno dei processi di ibridazione del sistema dei media”. Complessivamente, i radioascoltatori sono il 79,9% degli italiani, stabili da un anno all'altro. Ma se la radio ascoltata in casa attraverso l'apparecchio tradizionale si attesta al 48,0% (meno 0,8% rispetto al 2021), l'autoradio sale al 69,% (più 4,6%, incremento legato alla cessazione delle limitazioni alla mobilità precedentemente imposte a causa dell'emergenza sanitaria). L'ascolto via internet con il pc è stabile al 20,4% mentre la fruizione attraverso lo smartphone diventa sempre più rilevante: coinvolge il 29,2% degli italiani (più 5,4% in un anno).
A viaggiare a vele spiegate è internet, la cui diffusione non conosce sosta. Tra il 2021 e il 2022 l’utenza è arrivata all’88% degli italiani, una crescita annuale del 4,5%. Lievitano complessivamente all’82,4% gli utenti dei social network (più 5,8% in un anno). Tra i giovani (14-29 anni) si registra un ulteriore passo in avanti nell’impiego delle piattaforme online. Il 93,4% utilizza WhatsApp, l’83,3% YouTube, l’80,9% Instagram. Si osserva un forte incremento dei giovani utenti di TikTok (54,5%), Spotify (51,8%) e Telegram (37,2%). In flessione, invece, Facebook (51,4%) e Twitter (20,1%).
Il rapporto rivela, inoltre, che il 60,1% degli italiani ritiene legittimo il ricorso a una qualche forma di censura: in particolare, per il 29,4% non dovrebbero essere diffuse le fake news accertate, per il 15,7% le opinioni intenzionalmente manipolatorie e propagandistiche, per il 15% i pareri espressi da persone che non hanno le competenze per parlare. Al contrario, per il 39,9% non è mai giustificata alcuna forma di censura.
Ilaria Storti