Tre gigawatt l’anno di capacità produttiva, con un investimento complessivo di 600 milioni di euro e 1,2 miliardi di metri cubi di gas all’anno rimpiazzati con energia pulita. La “gigafactory” di Catania non è solo il progetto che farà dell’attuale stabilimento 3Sun-Enel Green Power il più grande stabilimento europeo per moduli fotovoltaici innovativi che contribuirà a ridurre la dipendenza energetica dal fossile. Per Catania è una reale opportunità di occupazione, di infrastrutturare la zona industriale e di sviluppo. Occasione ancora più da non perdere nella prospettiva imminente della Zona economica speciale (Zes) della Sicilia orientale.
Il progetto ha anche un nome suggestivo: Tango (acronimo di italian giga factory). Con gli investimenti previsti, può portare fino a 1000 posti di lavoro tra diretti e indiretti. Secondo i programmi aziendali, lo stabilimento entrerà a pieno esercizio entro il mese di luglio 2024, dopo l’avvio con i primi 400 mw di produzione a settembre 2023. A regime, il sito avrà una capacità di produzione di 3 gw, vale a dire fino a 15 volte la produzione attuale. Strategicamente la gigafactory avrà un ruolo determinante: nella contingenza bellica, l’Europa ha bisogno di avviare grandi progetti sul fotovoltaico e sulle fonti rinnovabili. Obiettivo: sostituire quanto prima il gas russo. Certo i tempi sono ristretti e tanti sono stati i ritardi. E così il progetto, nato prima della crisi russo-ucraina, vuole recuperare il tempo perduto e diventare centrale nella strategia energetica europea.
Per Michele Spitale, segretario nazionale Flaei Cisl e già segretario generale della federazione catanese dal 2012 al 2019, “la nuova fabbrica di pannelli fotovoltaici bifacciali ad alte prestazioni prevista in 3Sun, a Catania, potrebbe rappresentare l’inizio di una nuova industrializzazione per il territorio etneo”. “La Flaei Cisl sarà attentissima - precisa - affinché la peculiare natura di questo sito e ciò che rappresenta per Catania, possa essere valorizzato, sia in termini aziendali, sia nell’opportunità per il territorio, ma soprattutto per un riconoscimento di contrattazione matura e di qualità per i lavoratori che costituiranno l’anima del progetto”.
“L’accordo sottoscritto da Enel Green Power e la Commissione europea - afferma Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea - non può prescindere da una sua declinazione territoriale: qui è nato, dopo un complesso percorso concertativo, l’accordo di ‘start-up’ che, nel 2011, portò alla nascita dell’allora 3Sun, quando da un lato c’era il sindacato, con la Cisl e la Fim in testa, dall’altro una joint venture paritetica fra Enel, la giapponese Sharp e l’italiana STMicroelectronics. Un accordo che portò all’occupazione di circa 350 giovani e fece nascere la prima azienda del settore nel Sud del Paese. Qui - aggiunge - abbiamo sempre incalzato le amministrazioni competenti sull’area della zona industriale in cui è sorta la fabbrica, sulla necessità di dire basta ai rimpalli di responsabilità per risanare definitivamente l’area e generare condizioni ottimali per la stessa azienda e i lavoratori. La zona industriale deve essere tanto sicura per i lavoratori impiegati e le imprese residenti, quanto attrattiva per i nuovi investimenti che verranno, sia grazie al Pnrr sia dalla costituenda Zes, su cui, per altro c’è un forte impegno della Cisl catanese affinché la progettualità prevista dai fondi tenda a valorizzare proprio quell’area produttiva”.
Sul sito dell’Urega (Ufficio Regionale Espletamento Gare d’Appalto) e del Comune di Catania, si può leggere un recente bando di gara per individuare, con evidenza pubblica, il contraente che dovrà realizzare i lavori per lo sviluppo e la riqualificazione della rete viaria della zona industriale, attesi da decenni. Base d’asta dell’appalto integrato e altre somme, come la progettazione esecutiva: 10 milioni di euro. Ma i lavori, che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale dovevano iniziare in primavera, sembrano languire. Eppure, le risorse ci sono e sono tante. Ci sono i fondi comunitari del Patto per la Sicilia, dalla Regione trasferiti al Comune, per finanziare i programmi di riqualificazione. Si arriva facilmente a 30 milioni di euro di investimenti infrastrutturali. La zona industriale, le sue aziende, i lavoratori attendono.
Rosario Nastasi