Milano città della formazione, delle opportunità, del buon lavoro, del rilancio: sono queste le quattro linee strategiche in cui è articolato il Patto per il lavoro firmato da Governo, Comune, Cgil, Cisl, Uil, Assolombarda, Camera di Commercio, Confcommercio, Afol Metropolitana, Città Metropolitana. L’intesa, frutto di numerosi incontri fra le parti, ha raccolto e tradotto in 70 azioni le proposte giunte dal mondo imprenditoriale, dai sindacati, dalle università, dalle associazioni di categoria, ma anche da gruppi di cittadini. L'assessore al Lavoro del Comune, Alessia Cappello, introducendo il dibattito che ha anticipato la firma, ha parlato di "un'alleanza tra alcuni dei più importanti partner coinvolti nel mondo dell'impiego, che ha l'intento di rilanciare l'occupazione con misure pratiche, concrete, verificabili", mentre il sindaco Beppe Sala ha sottolineato come Milano "nonostante la fase complicata, stia cercando di assorbire la botta del Covid e questo Patto mira a rafforzare i valori della città e a consolidare il nostro ruolo di traino dell'economia nazionale".
L’iniziativa è stata fortemente voluta da Cgil, Cisl e Uil, sempre in prima linea con le proprie proposte, a partire da quando erano state gettate le basi del progetto con l’ex assessore al Lavoro Cristina Tajani. “Questo Patto - ha commentato il segretario generale della Cisl, Carlo Gerla - è finalizzato a dare un sostegno concreto alle persone in difficoltà o che devono consolidare le proprie competenze per entrare nel mercato del lavoro e rimanerci stabilmente. E’ fondamentale operare insieme, come in un cantiere riformatore, per dare risposte ai problemi sociali e del lavoro. Le azioni sono rivolte in prevalenza verso giovani, donne e soggetti fragili. Dobbiamo riportare Milano ai livelli delle maggiori città europee, in termini di occupazione, sviluppo economico e sostenibile, tutela dei diritti, accoglienza, attrattività, sicurezza sul lavoro e legalità”.
Il documento originale è stato consegnato nelle mani del ministro del Lavoro Andrea Orlando, presente a Milano. "Credo che alla base di questo Patto ci sia un'intuizione molto importante - ha evidenziato -, cioè che sempre di più motori della crescita e dello sviluppo sono i grandi centri urbani. Su molti fronti qui si determina l'elemento di innovazione che porta a un cambiamento a livello generale. Questo protocollo rappresenta uno strumento utile per affrontare una fase molto complessa dal punto di vista economico e sociale del Paese”.
“Un Patto e non un mero atto”, destinato alla realizzazione di azioni concrete, capaci di lasciare un’impronta sulla città. Tra queste, alcune sono già state delineate: la realizzazione di sportelli per il lavoro fisici e in digitale diffusi sul territorio e in luoghi non convenzionali, inseriti nel progetto della città policentrica in 15 minuti; la formazione permanente e continua e nella fase transizionale del lavoro; la creazione di opportunità di rilancio per i più fragili; il rafforzamento dell’orientamento scolastico sia verso le università che la formazione professionale tecnica superiore; la promozione della cultura della legalità e della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro. Tra le prime ad essere realizzata dal Comune ci sarà la premialità nei bandi di gara pubblici per le aziende con certificazione di pari opportunità. Il tavolo si riunirà ogni tre mesi per fare il punto della situazione e stabilire i nuovi passi da compiere, ma già oggi ci sono diverse realtà cittadine (tra cui il mondo dell’artigianato e delle università) che ne chiedono l’allargamento.
Mauro Cereda