Sabato 27 aprile 2024, ore 15:03

Industria

Automobili Lamborghini: al via investimenti e assunzioni

Si chiude un 2023 da record per Automobili Lamborghini con 10.112 vetture vendute che porta ad un +10% rispetto all’anno precedente. “È un grande orgoglio, per tutta l’azienda, aver superato il tetto delle diecimila vetture consegnate - ha dichiarato Stephan Winkelmann, chairman e ceo di Automobili Lamborghini -. Essere stati parte attiva in questo traguardo di Lamborghini è un onore per me e per tutte le persone che, quotidianamente, lavorano per raggiungere questi obiettivi”. L’azienda oggi, nel sessantesimo anniversario dalla fondazione del marchio, ha iniziato a tracciare una strategia futura anche nell’organizzazione del lavoro. Esempio ne è la sigla del contratto integrativo che inserisce la settimana corta e l’ok da parte della regione Emilia Romagna al contratto di sviluppo che vede l’azienda impegnata in investimenti e assunzioni. Di tutto questo Conquiste ne ha parlato con il segretario generale Fim Cisl Bologna Massimo Mazzeo.

Segretario sembra che Lamborghini stia vivendo un periodo favorevole: prima la sigla del contratto integrativo, poi il via libera al contratto di sviluppo. Ottimi risultati frutto anche di buone relazioni industriali?
Si senza dubbio Lamborghini sta continuando a produrre risultati positivi direi anche straordinari considerando anche il contesto del settore automotive. Le relazioni sindacali in Lamborghini fanno effettivamente la differenza. Insieme all’azienda abbiamo costruito negli anni un modello di relazioni sindacali che mettono al centro la partecipazione. In Lamborghini la partecipazione non è una parola astratta che serve come avviene in alcune aziende solo per “abbellire” il testo del contratto. Qui la partecipazione è realmente praticata attraverso le commissioni tecniche bilaterali con un coinvolgimento a 360 gradi dei delegati sindacali e del management aziendale. Un confronto di alto livello dove tutti lavorano per il raggiungimento di un obiettivo comune: rendere sempre più efficiente e competitiva l’azienda da una parte e migliorare continuamente la condizione di vita lavorativa dei lavoratori dall’altra. Le 500 assunzioni sono all’interno di questo contesto e sono state previste e sottoscritte nell’ultimo contratto integrativo siglato la notte del 2 dicembre. 

Come si è arrivati alla firma dell’integrativo che, oltre al premio di risultato, vede per la prima volta un’industria dell’automotive in Europa raggiungere una consistente riduzione dell’orario di lavoro con una maggiorazione dei salari?
Alla firma dell’integrativo si è arrivati dopo un lavoro lungo e laborioso. Un percorso durato oltre un anno attraverso 32 riunioni sindacali senza considerare le numerose riunioni delle commissioni tecniche. Con l’azienda c’è stato un confronto corretto ma reale anche con momenti complicati. La discussione è stata vera fino in fondo tanto che il giorno della firma dell’ipotesi d’accordo abbiamo trovato l’intesa solo in piena notte. Sulla proposta di riduzione dell’orario di lavoro l’azienda ha accettato di mettersi in gioco anche se inizialmente e in alcuni momenti della trattativa sembrava non convinta di poter realizzare questo risultato. Siamo arrivati a questo obiettivo attraverso un grande sforzo organizzativo che ottimizzando i cicli produttivi ha permesso di elaborare un programma di lavoro che non va ad inficiare la produttività e permette allo stesso tempo di liberare tempo a vantaggio dei lavoratori. La maggiorazione dei salari sono la conseguenza di una grande organizzazione del lavoro dove tutti sono coinvolti e che ha come conseguenza un miglioramento dell’efficienza e della produttività che si traduce in maggior volumi di vendita e di conseguenza di profitti per l’azienda. In Lamborghini grazie al contratto integrativo i lavoratori mediamente portano a casa 12mila euro in più all’anno rispetto ai loro colleghi di aziende in cui c’è solo il contratto nazionale. Qui il potere d’acquisto sono anni che viene ampiamente tutelato grazie ad una giusta redistribuzione dei profitti frutto delle ottime relazioni sindacali. 

Automobili Lamborghini è insediata nella cosiddetta Motor Valley, la Terra dei Motori, il distretto industriale situato in Emilia Romagna, noto a livello mondiale per essere il luogo dove sono nate ed hanno tuttora sede alcune delle industrie automobilistiche e motociclistiche più importanti al mondo. Attualmente quanti sono i lavoratori e quante le imprese?
Lamborghini come Ferrari, Ducati sono le punte di diamante di un settore come quello delle auto di lusso e del motociclo che ha giustamente dato a questo territorio l’appellativo di Motor Valley. Un lavoro che parte da lontano. Queste sono aziende con una storia leggendaria i cui lavoratori si identificano ed hanno un grande senso di appartenenza. È tutto il distretto però che qui produce ricchezza grazie alle alte professionalità e alla specificità delle produzioni. Sono 229 le imprese che compongono il settore in Emilia-Romagna di queste 77 (33,6%) hanno sede legale nella provincia di Bologna. I lavoratori occupati sono circa 16.500 e di questi circa il 60% lavora in aziende sotto i 50 dipendenti. Un microcosmo che fa dell’Emilia Romagna la terza regione dopo Piemonte e Lombardia come numero di imprese e numero di occupati nel settore dell’auto e della filiera della componentistica.

Segretario, un’ultima domanda, quali sono gli interventi che come sindacato avanzate a Governo e Regione per sostenere e valorizzare il distretto?
Al Governo chiediamo uno sforzo più concreto per sostenere il settore dell’auto che vive una fase storica delicatissima. Un combinato disposto tra transizione e turbolenze geopolitiche dopo che il settore stava riorganizzandosi dalle conseguenze della pandemia che hanno comunque trasformato il modello della supply chain. Denunciamo da tempo dei forti ritardi e riteniamo non sufficiente lavorare solo sugli incentivi. Il settore rimane strategico per il Paese visto che da solo contribuisce a circa il 7% del Pil nazionale dando lavoro a migliaia di lavoratori tra settore e indotto. È necessario incentivare la domanda sostenendo le imprese nella transizione anche attraverso i fondi del Pnrr oltre ai 6 miliardi degli 8 messi a disposizione dal governo Draghi. Purtroppo anche sul nostro territorio stiamo cominciando a vedere gli effetti di una non corretta gestione della transizione legati in alcuni casi anche a speculazioni finanziarie. Emblematico a tal proposito è l’annuncio della chiusura dello stabilimento Marelli di Crevalcore che comunque si sta incanalando verso una soluzione. La Regione ha dimostrato di esserci anche sostenendo in alcuni casi piani di sviluppo orientati all’innovazione e alla transizione nel rispetto della sostenibilità ambientale. Qui qualche anno fa il sindacato tra cui la Cisl insieme alla Regione e alle altre parti sociali hanno sottoscritto un importante patto per il lavoro e per il clima. 
Sara Martano

( 25 gennaio 2024 )

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