Dagli stipendi al reclutamento, dalla formazione al numero di alunni per classe: la scuola cambia, avviando un percorso concertativo. È questo il senso del Patto per la scuola firmato dal ministro dell’Istruzione, Bianchi, e dai sindacati. Con l’accordo, Miur e organizzazioni sindacali puntano, tra le altre cose, a definire nuove procedure di reclutamento per assicurare la presenza di ogni figura professionale prevista dall’organico il 1° settembre di ogni anno. Per realizzare l’obiettivo già entro l’avvio del prossimo anno scolastico, è prevista una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato. Nel lungo periodo, però, le procedure per il reclutamento del personale scolastico saranno regolari. Tra gli obiettivi ci sono poi: l’innalzamento dei livelli di istruzione per contrastare gli abbandoni e la dispersione scolastica; il rafforzamento dell’offerta formativa delle scuole in raccordo con i territori e per sviluppare percorsi didattici individualizzati per tutti gli studenti; la garanzia della continuità didattica tramite una programmazione pluriennale degli organici; il rafforzamento della formazione iniziale dei docenti e di quella continua; nuove politiche salariali per la valorizzazione del personale; l’avvio del confronto sulla mobilità.
Il Patto, sottolinea il ministro Bianchi, “è la base per gli sviluppi successivi”.
Secondo il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, l’accordo è “l’avvio di un percorso concertato di riforme che veda nella Scuola e nelle filiere della conoscenza dimensioni fondamentali per il futuro della comunità nazionale: forti investimenti, protagonismo del lavoro, valorizzazione del capitale umano, della formazione, delle competenze le coordinate essenziali cui fare riferimento per rendere costante e sistematico un dialogo responsabile e partecipativo, rafforzando le relazioni sindacali a tutti i livelli”. Rafforzamento delle relazioni sindacali che, per la scuola, “è particolarmente necessario per le dimensioni e la complessità di un sistema che deve assicurare sull’intero territorio nazionale l’esercizio di un diritto fondamentale come quello all’istruzione”. Il Patto contiene fra gli obiettivi anche il rinnovo del contratto di lavoro, ormai giunto a scadenza. “Si tratta - afferma Sbarra - di un’esigenza condivisa in modo esplicito dalle parti firmatarie, ora occorre giungere rapidamente all’avvio del negoziato”. Sul fronte del reclutamento, e delle misure inserite nel decreto sostegni, il segretario generale Cisl sottolinea la presenza di aspetti da migliorare in sede di discussione parlamentare. “Consideriamo il decreto una base di partenza - aggiunge Sbarra -, chiediamo siano necessari ulteriori passaggi di confronto”.
Oltre agli importanti obiettivi indicati nel Patto, la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, sottolinea il metodo con cui il Ministro e il Governo “si impegnano a perseguirli: coinvolgimento delle parti sociali, confronto, condivisione di strategie e percorsi”. In questo senso si può parlare “di una svolta, da tempo segnalata come auspicabile e necessaria”.
“Ora - aggiunge la sindacalista - ci sono davvero le premesse per avviare una stagione nuova, di crescita degli investimenti sul sistema scolastico, riconoscendone la valenza strategica per l’intero Paese. Dev’essere anche l’occasione per dare finalmente al personale della scuola un riconoscimento più giusto e adeguato del suo lavoro”.
Sono purtroppo ancora presenti, ricorda Gissi, situazioni di disagio socio economico segnate anche “da un livello preoccupante di abbandono e dispersione scolastica: l’emergenza pandemica le ha rese più evidenti, consegnandoci l’immagine di una Paese troppo segnato da disuguaglianze” e con aree di “diffusa povertà educativa”. Serve su tutto questo “un’efficace azione di contrasto, che risponde a un preciso interesse dell’intera comunità nazionale e che trova nel sistema pubblico di istruzione, di cui il Patto afferma la centralità, uno strumento fondamentale e una risorsa decisiva su cui far conto”.
Ilaria Storti