È stato il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a chiudere a Napoli con il suo intervento la terza ed ultima manifestazione unitaria interregionale di Cgil, Cisl, Uil che ha richiamato a piazza Diaz migliaia di lavoratori, pensionati, giovani, famiglie, migranti provenienti da Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna.
"Il Sud sta subendo un progressivo depauperamento delle imprese, con vicende lunghe di decine di crisi aziendali, lasciate in una condizione perenne di istruttoria al ministero delle imprese. Basta». Lo ha detto Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, dal palco della grande manifestazione a con Cgil e Uil. «Il Sud - ha detto Sbarra - si può rialzare anche e soprattutto con una politica industriale, una politica energetica, rilanciando l'edilizia, il terziario avanzato. E serve anche una politica che decida di investire sulla sanità, sulla scuola, sui diritti delle persone”. Sbarra ha sottolineato anche «quanti morti dobbiamo aspettare ancora - ha detto dal palco davanti alle 50.000 persone alla Rotonda Diaz esprimendo vicinanza all'Emilia Romagna – dobbiamo contare prima che si sblocchi il grande piano nazionale per la gestione delle acque e contro il dissesto idrogeologico? Su questo dal Governo la parola magica è partecipazione. Un'idea su cui lavorare anche sul Pnrr e sulla nuova stagione dei fondi strutturali. Serve una compartecipazione per gestire insieme le risorse ancora non spese del Fondo sviluppo e coesione, serve compartecipazione. E per il Sud vogliamo rendere esigibile la clausola di salvaguardia del 40% delle risorse da investire nel Mezzogiorno”. Il numero uno di via Po ha chiesto al governo di adottare lo stesso atteggiamento di responsabilità osservato dagli italiani: “perché ne hanno bisogno le famiglie, costrette a fare i conti con l’aumento dei prezzi, i tanti pensionati stretti nella morsa della marginalità, i precari obbligati a vivere alla giornata, i migranti sfruttati e lasciati senza possibilità di una vera integrazione, le coppie che pur lavorando non guadagnano abbastanza per permettersi una casa o pensare di avere un figlio”. “Non c’è più tempo”, ha ammonito Sbarra. “È il momento di sanare le disuguaglianze che creano ingiustizia, spaccano il Paese e ne impediscono la crescita. È il momento di cooperare per fare emergere le potenzialità di un Sud il cui riscatto è la chiave di volta della ripartenza”, ha aggiunto, tornando a ribadire la necessità, non più rinviabile, di attuare una efficace politica dei redditi, attraverso una triangolazione tra governo, sindacati, imprese; di avviare un Osservatorio per calmierare tariffe e prezzi e perseguire con sanzioni i vigliacchi che speculano sulle spalle di lavoratori, anziani e famiglie, di programmare interventi contro la povertà, per l’occupazione stabile, per il rinnovo di tutti i contratti, la riapertura del confronto su pensioni e fisco. “Bisogna tendere una mano ai giovani e a milioni di lavoratrici facendo marcia indietro su opzione donna? Che Paese è quello che costringe una donna a scegliere tra lavoro e maternità! Assurdo. Così come va esteso il perimetro dei lavori usuranti e gravosi”, ha sottolineato Sbarra. "Dobbiamo fermare la scia di sangue nei luoghi di lavoro. Nessun salario paga il diritto di un datore di lavoro a disporre della vita di un lavoratore! La politica metta in fila le proprie responsabilità, dando attuazione alle nostre proposte unitarie”, questo è stato l’altro tema cruciale affrontato da Sbarra. “Il lavoro è concretezza. E noi è questo che valuteremo: i fatti concreti, avendo come metro di giudizio l’obiettivo di portare finalmente l’Italia sulla strada di una crescita condivisa, ha concluso Sbarra.
Così il leader della Cgil Maurizio Landini: “Negli ultimi venti anni se ne sono andati 1,2 milioni di giovani, le disuguaglianze sono aumentate e il Mezzogiorno, è sotto gli occhi di tutti, ha pagato un prezzo doppio... C'è il rischio queste disuguaglianze aumentino e una delle ragioni per cui noi manifestiamo e pensiamo che le scelte del governo siano sbagliate è perché non c'è bisogno dell'autonomia differenziata, c'è già abbastanza divisione, c'è già abbastanza diversità... È il momento di unire questo Paese, di fare sistema e di fare quegli investimenti perché lo sviluppo del Mezzogiorno oggi è la chiave per lo sviluppo del Paese... Ci aspettiamo un cambio delle politiche, non solo dell'atteggiamento. Ci aspettiamo che, finalmente, si facciano scelte strutturali per aumentare i salari, per combattere l'evasione fiscale, per fare una vera riforma fiscale che riduca la tassazione sul lavoro e sui pensionati e c'è bisogno di superare la precarietà che è la vera piaga della nostra stagione e che colpisce in particolare i giovani e le donne... C'è bisogno di creare investimenti e di fare sistema in questo Paese, a partire dalla sanità pubblica, dal riassetto del territorio, da politiche industriali che creino lavoro e sviluppo e per queste ragioni siamo qui e non abbiamo intenzione di fermarci oggi. Landini indica anche le scadenze: “nei prossimi mesi non solo c'è la legge sul fisco da affrontare, il decreto ma c'è anche la legge di bilancio e pensiamo che sia il momento di cambiare e di fare scelte nella direzione di quello che abbiamo chiesto: salari, riforma del fisco, sanità pubblica, ridurre la precarietà e utilizzare tutti i soldi europei per far davvero crescere questo Paese”.
Il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri ha detto: "Questo Paese ha grandi diseguaglianze territoriali, chiediamo al Governo di intervenire prima su queste diseguaglianze nel percorso verso l'Autonomia regionale. I cittadini hanno tutti il diritto di avere allo stesso modo l'assistenza sanitaria, l'istruzione, il lavoro. Tutto deve essere allo stesso modo in Campania, Calabria, Puglia, Lombardia e Veneto. Questa è l'emergenza. Poi possiamo parlare dell'autonomia differenziata. Tra l'altro non riusciamo a capire neanche da dove vengono i soldi perché nel decreto non li abbiamo visti e quindi per noi è importante prima recuperare le diseguaglianze”. I tre temi indicati a Napoli dal leader della Uil: “Ricominciamo da tre a Napoli ponendo al centro il recupero del potere d'acquisto, la sicurezza sul lavoro e il lavoro precario. Sulla sicurezza nel lavoro - ha poi detto Bombardieri - “non abbiamo ancora risposte e le persone continuano a morire. Non abbiamo risposte neanche sul lavoro precario nel Paese, checché ne dicano sull'aumento di percentuale degli assunti a tempo indeterminato, c'è troppo lavoro precario... “Lo sciopero generale? Chiediamo ancora interventi strutturali, pensiamo che siano temi su cui il governo deve ancora confrontarsi e decidere. Senza confronto la mobilitazione continua. Lo sciopero non l'abbiamo rimosso dai nostri vocabolari, ma continuiamo a dire che lo sciopero è un giorno, invece noi abbiamo bisogno di una mobilitazione lunga che ci permetta di continuare a parlare con la nostra gente, di avere questi grandi risultati”.