Giovedì 3 luglio 2025, ore 6:16

Lavoro

In Abruzzo e Molise l’industria perde colpi

Chiude i battenti l’azienda Ico di Alanno, in provincia di Pescara, che produce cartoni ondulati con il conseguente licenziamento 35 dipendenti già oggi in cassa integrazione. Si inasprisce la vertenza Alfagomma ex Yokohama, azienda che produce tubi sottomarini per le condotte petrolifere. Da quasi due anni, da quando cioè si è concretizzata l’acquisizione, i lavoratori aspettano risposte concrete. E poi incombono le preoccupazioni per la vertenza Betafence i cui lavoratori sono in solidarietà. Sono solo alcuni esempi di un’industria regionale che lancia molti campanelli di allarme. La conferma viene anche dal Coordinamento del settore industria della Cisl AbruzzoMolise che nei giorni scorsi si è riunito per analizzare le problematiche del settore nelle due regioni. “Nei primi 6 mesi dell’anno - affermano il segretario generale Giovanni Notaro e il segretario generale aggiunto Lucio Petrongolo - tutte le regioni italiane registrano aumenti dei volumi di beni prodotti ed esportati ad eccezione del Molise (-14,8%) e dell’Abruzzo (-0,8%). Un campanello d’allarme che arriva anche dalla diminuzione del numero di occupati e dall’aumento di persone che cercano un posto di lavoro”.

Una situazione pesante per i due territori fortemente condizionati dalle problematiche del settore automotive che traina l’export. I fermi produttivi per mancanza di materie prime e il forte calo dei volumi a causa della soppressione di turni produttivi stanno creando problemi di mantenimento dei livelli occupazionali. In Sevel ad esempio, la più grande fabbrica d’Europa di veicoli commerciali, si sono persi circa mille posti di lavoro e altrettanti nell’indotto. Il Coordinamento Cisl ha messo anche in evidenzia le forti difficoltà che oggi vivono le aziende a causa dei rincari dei costi energetici e delle materie prime. Molte aziende energivore anche in Abruzzo e Molise utilizzano gli stop produttivi adoperando gli ammortizzatori sociali mentre altre hanno aperto procedure di licenziamento collettivo perchè produrre diventa antieconomico nonostante le commesse. 

“Per salvaguardare i perimetri produttivi e occupazionali - continuano i sindacalisti - servono interventi nell’immediato che assicurano sostegni alle imprese ed ammortizzatori sociali dedicati a tale tematica senza costi per quelle aziende che non licenziano. E’ auspicabile che il nuovo Governo adotti una politica energetica del Paese con forti investimenti sulle infrastrutture energetiche, a partire dai rigassificatori, termovalorizzatori, maggiore estrazione di gas sul territorio nazionale, incentivare le rinnovabili e ripensare al nucleare di nuova generazione”. Intanto la Cisl Abruzzo Molise ha avanzato alla Regione delle proposte importanti per combattere il caro energia che impatta fortemente su imprese e famiglie. “Quando ci troviamo di fronte ad una situazione così drammatica, come quella che stiamo passando - concludono i sindacalisti - ci vogliono risposte veloci e straordinarie, ognuno deve esercitare le proprie responsabilità senza sterili antagonismi per ricercare il bene comune”.

Sara Martano

( 28 settembre 2022 )

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