Stato di agitazione e totale astensione dal lavoro ieri alla vetreria di Borgonovo per i lavoratori diretti e in appalto, dopo la morte di Nicoletta Palladini, operaia 50enne piacentina rimasta schiacciata tra un nastro mobile trasportatore e un macchinario porta bancali. A proclamarlo i sindacati di categoria Filctem, Filcams e Nidil Cgil; Femca, Fisascat e Felsa Cisl; Uiltec, Uiltrasporti e Uiltemp di Piacenza. “Usare la parola incidente - dicono insieme i tre sindacati principali - sta diventando insopportabile, questi non sono solo incidenti disgraziati, ma sono dovuti al fatto che servono maggiori investimenti per le lavoratrici e i lavoratori a garanzia della loro sicurezza, di cui oggi si percepisce una grave carenza. Negli ultimi anni da più parti è venuta avanti una narrazione che ha visto il lavoro più come un costo che come una risorsa. Non è più tempo di parole, ma di azioni concrete - continuano i sindacati - e di messa in campo di risorse da parte delle istituzioni e delle autorità competenti, e di interventi per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Non possiamo adattarci passivamente alla registrazione delle morti sul lavoro con un anonimo focus”.
La strage dei morti sul lavoro purtroppo non si ferma. A La Loggia, nel Torinese, nell’azienda Alessio Tubi, lo stesso giorno, ha perso la vita un operaio di 41 anni di origini marocchine. “La cultura della sicurezza in un luogo considerato a rischio per sua natura, non può essere rappresentato da una sorta di assuefazione, ma da una continua ricerca di soluzioni innovative accompagnate da protocolli aziendali condivisi, aggiornati, efficaci e in miglioramento costante, esattamente ciò che abbiamo chiesto a gran voce nelle manifestazioni unitarie di Torino e Roma - afferma la Fim- Cisl Torino e Canavese -. In questo momento l’azienda è ferma per consentire agli inquirenti di poter fare il proprio lavoro, a partire dall’accertamento delle responsabilità per l’ennesima morte ingiustificabile ed inqualificabile - prosegue la nota del sindacato - l’azienda, nata nel 1961, in passato era il terzo produttore di tubi, profilati e profili strutturali dopo Ilva e Marcegaglia. Circa una decina di anni fa il cambiamento, i tagli, l’abbattimento dei costi, la cessione di alcune lavorazioni, mentre gli investimenti su impianti e macchinari mancano da oltre un trentennio”.
Sempre lunedì ancora un operaio 49enne ha perso la vita nel casertano dove lavorava come in un cantiere edile di Casal di Principe. E' caduto da un’altezza di cinque metri in seguito al cedimento del tetto durante un sopralluogo su un capannone industriale. Il sindacato, da sempre in campo per affrontare questa grande piaga, mai come oggi chiede al nuovo Governo una presa di coscienza seria. “Una tragedia dopo l’altra che indignano il Paese - scrive su twitter il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra -. Il governo affronti questa emergenza intensificando ispezioni e sanzioni. Non possiamo rassegnarci a questa strage”. I sindacati nella manifestazione in piazza del 22 ottobre hanno voluto denunciare la grave situazione e hanno avanzato proposte concrete per far cessare l’interminabile scia di dolore.
Sara Martano