Martedì 13 maggio 2025, ore 6:56

Banche

Intesa toglie il mandato sindacale ad Abi

La più grande banca italiana, Intesa Sanpaolo, ha tolto il mandato sindacale a Abi. Non si tratta di un’uscita “alla Marchionne”, il gruppo guidato da Carlo Messina non lascia l’associazione, ma non si farà più rappresentare al tavolo della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale, cui parteciperà comunque. Subito dopo l’annuncio entrambe le parti hanno smorzato i toni: l’Abi ha parlato di “contratto nazionale che resta centrale”, mentre Intesa ha spiegato che ”continuerà a restare al fianco dell’associazione”.
Nonostante l’attenzione ad evitare che il contrasto si indirizzi verso uno sbocco traumatico, è certo che per un settore come quello bancario, da sempre caratterizzato da un approccio concertativo alle relazioni industriali, le frizioni tra Abi e Intesa rappresentano un campanello d’allarme. I sindacati e ne sono consapevoli, tanto che il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani definisce quel che è un accaduto “un fatto preoccupante e inedito”. Per il numero uno dei bancari della Cisl “le banche italiane hanno modelli di business ed organizzativi diversi, sono in competizione tra loro, ma sono consapevoli di costituire un sistema che deve assumersi la responsabilità di guidare questa fase cruciale di trasformazione del nostro Paese. Il contratto nazionale è lo strumento che consente di gestire le diversità e al contempo l’appartenenza al sistema bancario. Il contratto nazionale è garanzia di giustizia e di coesione sociale”.
In ballo ci sono i sacrifici con i quali i lavoratori hanno tenuto in piedi il sistema negli ultimi anni, prima che il rialzo dei tassi tornasse a gonfiare gli utili ed a risvegliare gli appetiti dei top manager
per i compensi d’oro. “Non possiamo accettare rialzi milionari dei compensi di top manager e la distribuzione di miliardi di euro agli azionisti, tra dividendi e buy back, in assenza di significativi aumenti dei salari”, avverte Colombani. Nel mirino dei sindacati ci sono anche le pressioni commerciali “dannose per chi lavora e disfunzionali agli interessi dei risparmiatori e del Paese.
Salari, benessere lavorativo, stop alla riduzione dei livelli occupazionali, partecipazione alla gestione delle imprese sono gli obiettivi da raggiungere”.
Tornando alla questione Abi-Intesa, Colombani ricorda che quest’ultima “ha dimostrato nel tempo attenzione alla necessaria coesione del settore. Ora - aggiunge - non può smentire la sua storia. Deve mettere al centro gli interessi e le tutele dei lavoratori firmando il rinnovo del prossimo contratto nazionale.
Quanto all’Abi “con l’invito permanente rivolto a Intesa Sanpaolo a partecipare alle trattative ha colto la delicatezza di questa fase. Deve ora lavorare per ricostruire la coesione con le associate. Noi siamo pronti ad affrontare le sfide che ci attendono con la massima determinazione. Siamo pronti a gestire le trasformazioni e i cambiamenti”. Per questo First Cisl ritiene che vada alimentato uno spirito realmente partecipativo alla gestione delle imprese, che si realizzi attraverso le organizzazioni sindacali. I lavoratori - sostiene Colombani - si attendono molto dal prossimo contratto nazionale. Le banche non devono tradire tali aspettative, altrimenti saranno responsabili di aver danneggiato irreparabilmente un sistema di relazioni sindacali che è stato in grado di coniugare, ad esempio con il Fondo di solidarietà, innovazione e coesione sociale”.
Carlo D’Onofrio

( 10 marzo 2023 )

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