È mancato il confronto. Mancano interventi strutturali per lo sviluppo e la crescita. Mancano gli investimenti. Tra le poche risorse destinate a ridurre le tasse, non c’è niente per il lavoro. I sindacati riuniscono gli esecutivi unitari e fanno il punto sulla manovra in un documento comune, senza lesinare critiche. A partire dal metodo: il confronto, finora completamente assente, deve partire subito. C’è ancora spazio per correggere una finanziaria che, “pur rappresentando una prima inversione di tendenza” rispetto all’austerity, “mostra elementi di inadeguatezza ed è carente di una visione del Paese e di un disegno strategico capace di ricomporre e rilanciare le politiche per lo sviluppo sostenibile e il lavoro”. Manca la visione. E così, anche interventi condivisibili finiscono per risultare monchi. Quelli previdenziali ne sono un esempio. L’apertura di una base di confronto su quota 100 è giudicata “positiviva”, ma, sottolineano Cgil Cisl e Uil, manca“ qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi in favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e alla separazione tra previdenza e assistenza”.
Se sul fronte pensioni i sindacati hanno molte riserve, su quello fiscale ne hanno meno: la bocciatura è netta. Le misure del governo “sono inique e sbagliate”. “Si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori - attaccano i sindacati - e non si riduce l’eccessiva pressione fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte né interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione”. Le poche risorse destinate al fisco, sono indirizzate male. “Nel capitolo fisco c’è il condono, ma non c’è un euro dedicato ai lavoratori dipendenti e ai pensionati - evidenzia la segretaria generale Cisl, Annamaria Furlan -. L’impostazione fiscale è assolutamente da cambiare”. Il lavoro, dunque, è clamorosamente assente dalla manovra. E non solo sul fronte fiscale. “Mancano le risorse per gli investimenti - attaccano i sindacati -, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro, ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza”. In un’ottica di sviluppo, i sindacati tornano a chiedere di ridurre il costo del lavoro a tempo indeterminato riducendo “stabilmente” il cuneo contributivo-fiscale” e di “stanziare le risorse per il rinnovo dei contratti della Pubblica amministrazione”.