Martedì 16 aprile 2024, ore 15:46

Lazio

Sanità: le difficoltà post pandemia

Una sanità fragile quella del Lazio amplificata senz’altro dalla pandemia, ma che soffre di una mancanza strutturale di investimenti (come del resto accade un pò su tutto il territorio nazionale) e fiaccata dal lungo commissariamento. Su questo tema hanno dibattuto , giovedì, Cgil Roma e Lazio, Cisl Lazio e Uil di Roma e Lazio nel corso dell'evento "La sanità pubblica nel post pandemia" tenutosi a Roma, presso l'Auditorium Donat Cattin in via Rieti.
"Da tempo denunciamo come aver depauperato il servizio sanitario regionale, non aver investito nelle attività di prevenzione e nel potenziamento delle reti territoriali e socio sanitarie, aver fatto arretrare il perimetro pubblico, non aver assunto un numero adeguato di personale e aver rinunciato ad indirizzare anche la ricerca privata verso farmaci innovativi e per patologie rare - ragionano i sindacati - ha condotto all’attuale situazione. Le sigle informano che "neanche la fuoriuscita dal commissariamento a fine 2019 ha prodotto quel necessario "risarcimento" in termini di aumento della offerta pubblica di servizi e di qualità delle cure per i cittadini, anche per quelli che vivono più lontani dalla capitale. A questo si aggiunge, come evidenziato anche dalla Corte dei Conti che ancora oggi, nonostante la sanità Lazio non sia più commissariata, i cittadini sono costretti ogni anno a pagare oltre 600milioni di addizionale sull'Irpef regionale".
Innegabile il grande impegno profuso dalla Regione per affrontare l'emergenza sanitaria - proseguono i sindacati - ma sarà fondamentale aprire un confronto con la Regione basato sulla conoscenza del quadro modificato causa pandemia".
Secondo Cgil, Cisl e Uil, infatti, l'estrema difficoltà nell'accedere ai servizi sanitari e socio-sanitari, insieme alle liste d'attesa, rappresentano le prime emergenze da affrontare se davvero si vuole garantire la salute dei cittadini. In questa chiave, oltre alla riattivazione degli osservatori a livello locale e regionale sulle liste di attesa, non è più rinviabile un confronto politico con l'assessorato per individuare soluzioni per l'ampliamento dei servizi offerti e l'abbattimento dei tempi di prenotazione che porterebbero benefici in particolare alla popolazione più anziana. "Per dare gambe a questo progetto di rilancio - ricordano i sindacati - già da prima dell'emergenza abbiamo chiesto l'assunzione nel biennio di almeno 10mila persone (comprese le reinternalizzazioni delle attività affidate in appalto), per immettere nel sistema il numero di professionisti necessari. Questi investimenti vanno affiancati da una profonda revisione del sistema degli appalti per le forniture di servizi che abbia al centro la tutela dei lavoratori e la qualità dei servizi.
Cgil, Cisl e Uil informano poi che "l'accordo sottoscritto dalle categorie del pubblico che proroga al 31 dicembre 2022 e
che dà una speranza a migliaia di lavoratori rappresenta un primo passo che va nella giusta direzione ma va accompagnato da un piano di stabilizzazioni e nuove immissioni di personale dai prossimi mesi, da una dotazione adeguata delle strutture sanitarie del Lazio e dall' eliminazione del precariato. Nel documento congiunto è poi riportato che "il tavolo sul Pnrr insieme al confronto sul patto per il lavoro e lo sviluppo, che partirà nei prossimi giorni, rappresenta un banco di prova per la Regione Lazio per cambiare radicalmente la qualità del confronto sindacale. Occorre sollecitare in tutti i territori - concludono i sindacati - una discussione su questi temi per rimettere al centro del dibattito pubblico gli investimenti sulla salute delle persone e sulle infrastrutture materiali e immateriali del servizio sanitario e socio sanitario".
Ce.Au.

( 5 novembre 2021 )

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