La mobilitazione della scuola si estende. Allo sciopero del 6 marzo, che avrà al centro l’emergenza precariato, parteciperanno infatti anche il personale delle scuole paritarie e dei centri di formazione professionale. “Il personale docente precario delle scuole pubbliche non statali e dei centri di formazione professionale - spiega Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola -è oggi escluso da qualsiasi percorso di stabilizzazione dei rapporti di lavoro”. Il confronto politico sui percorsi abilitanti del personale docente delle scuole pubbliche paritarie e dei Centri di Formazione Professionale, ricorda Gissi, è stato più volte richiesto dalla Cisl Scuola, senza successo. Ciò rischia di avere “negative e pesanti ricadute sui livelli occupazioni già fortemente minati da una perdurante crisi settoriale”. “Il possesso dell’abilitazione all’insegnamento - evidenzia la sindacalista - è uno dei requisiti fondamentali per il mantenimento della parità scolastica. A questo deve aggiungersi l’intervento ispettivo degli uffici scolastici regionali che contestano alle scuole il ricorso a personale docente privo di abilitazione ai fini della revoca della parità”. Per queste ragioni, già evidenziate nel documento unitario di proclamazione dello sciopero, i sindacati hanno deciso l’estensione a tutto il personale delle scuola paritarie e dei centri di formazione.