Lo smart working deve andare oltre la fase emergenziale. I sindacati lo dicono da settimane e tornano a ribadirlo con forza dopo che il “decreto proroghe” approvato dal Cdm è intervenuto anche su questo tema. Il decreto, come annunciato da tempo dal ministro Brunetta, ha eliminato l’obbligo di far lavorare in smart working un dipendente pubblico su due. Non ci saranno quote durante l'emergenza e neanche successivamente, con l'adozione dei Pola, i piani organizzativi per il lavoro agile. Lo smart working, dunque, proseguirà in deroga fino alla definizione delle nuove regole attraverso il contratto nazionale e comunque non oltre la fine dell'anno. Salta il vincolo del 50% e anche quello del 60% indicato nei Pola, mentre scende dal 30% al 15% la soglia minima in caso di mancata adozione dei Piani organizzativi.
Si va avanti con le deroghe ma i sindacati chiedono regole. “E’ fondamentale - sottolinea il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli - che la disciplina del lavoro agile nelle Pa accompagni la fase di graduale riapertura delle attività produttive avendo come obiettivo, nella continuità di servizi pubblici da erogare, la salvaguardia della sicurezza e della salute dei cittadini e degli stessi lavoratori per non vanificare gli sforzi fin qui realizzati proprio mentre la campagna vaccinale continua a dispiegare i suoi effetti positivi”.
Per questo, la Cisl Fp chiede che le amministrazioni - nell’applicare le misure previste dal decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata di ieri, che modifica le soglie di utilizzo del lavoro agile - avviino “il necessario confronto con le organizzazioni sindacali, al fine di consentirne un utilizzo coerente con il duplice obiettivo di assicurare funzionalità dei servizi e la sicurezza negli ambienti di lavoro”. “Questo - aggiunge Petriccioli - anche in coerenza con l’assunto del decreto che prevede la proroga delle deroghe alla legislazione in materia di lavoro agile fino alla definizione della disciplina da parte dei contratti collettivi e, comunque ,non oltre il 31 dicembre 2021, riconoscendo quindi fondamentale che la disciplina collettiva colmi le attuali lacune nella regolamentazione del lavoro agile, per farlo divenire una leva positiva di cambiamento organizzativo e di miglioramento dei servizi per i cittadini”.
Ilaria Storti