A più di due anni dal riconoscimento di “area di crisi complessa”, avvenuto con un decreto del governo giallo-verde nell’aprile del 2019, la città di Torino e 111 comuni del suo hinterland potranno avviare, forse già in autunno, il tanto atteso Progetto di riconversione e riqualificazione industriale (Prri) dell’area torinese. Nei giorni scorsi il Mise ha finalmente licenziato il progetto che era stato presentato da Comune, Città Metropolitana e Regione, con una copertura finanziaria fino a 150 milioni di euro per la ristrutturazione di interi settori industriali come l’automotive e l’aerospazio. Dopo il via libera del ministero dello Sviluppo economico che ha stanziato 50 milioni per l’area di crisi complessa di Torino, anche la Regione ha approvato in questi giorni lo schema dell’accordo di programma sul Prri stipulato con Mise, Anpal, Comune di Torino, Ice e Invitalia, destinando ulteriori 60 milioni di euro rispetto ai 30 già stanziati in precedenza. I 60 milioni di euro, che provengono da Fondi Strutturali e di investimento europei nell’ambito della nuova programmazione 2021-2027, saranno finalizzati a interventi per la riqualificazione delle competenze (circa 10 milioni di euro) e per lo sviluppo e riqualificazione imprenditoriale in ambito ricerca e sviluppo (circa 50 milioni di euro). La Giunta regionale contribuisce in questo modo sia alla promozione di progetti di ricerca e innovazione sia al finanziamento di politiche attive del lavoro per la riqualificazione del personale. Gli altri 30 milioni, già stanziati per i prossimi tre anni sempre dalla Regione, serviranno invece per gli Hub Automotive e Aerospazio. La riqualificazione, la formazione e il reimpiego di lavoratori appartenenti a uno specifico bacino di riferimento saranno successivamente definiti dalla Regione insieme alle parti sociali del territorio. I 50 milioni del Mise serviranno invece a sostenere programmi di investimento produttivo o tutela ambientale, progetti per l’innovazione dell’organizzazione e per la formazione del personale. Proprio per questi 50 milioni di euro partiranno in autunno i bandi destinati a quelle aziende che vogliono fare investimenti nei settori dell’automotive e dell’aerospazio per favorire la trasformazione in atto. “Sarà importante - dichiarano i segretari territoriali di Cgil Cisl Uil Torino, Federico Bellono, Cristina Maccari, Maria Teresa Cianciotta - avere idee e progetti per ridare a Torino maggiori prospettive in due settori centrali come l'automotive e l'aerospazio che, se ben collegati alle risorse del Revovery Fund, possono generare ricadute non solo sulla Regione ma anche sull'intero territorio nazionale. Dovranno essere privilegiati i progetti che porteranno maggiore occupazione perché solo il lavoro di qualità potrà garantire sviluppo e futuro a una città che da troppi anni non ha una visione, ma ha una storia industriale e un presente di innovazione che devono essere valorizzati”. Per i sindacati, legare le risorse dell'area di crisi a quelle del Pnrr è fondamentale per realizzare investimenti consistenti e duraturi.
Rocco Zagaria