La giunta regionale della Toscana ha approvato la delibera che sblocca il rinnovo per 20 anni della concessione a Enel Green Power per la geotermia. Una decisione a cui si è arrivati dopo una lunga trattativa con Enel Green Power e non poche difficoltà negli ultimi anni, ma che finalmente consente una prospettiva certa per questa importantissima energia verde e per i territori coinvolti, in termini di occupazione, investimenti e ricadute economiche. “E’ un accordo che significherà investimenti da parte di Enel - spiega il governatore della Toscana Eugenio Giani - per 3 miliardi di euro, nel revamping e nell'innovazione delle strutture nelle 34 centrali esistenti e nella realizzazione di 3 nuove centrali. E questo avviene con una compensazione di 397,5 milioni in progetti per il territorio e nella realizzazione di spese di parte corrente ogni anno per circa 32 milioni ai Comuni direttamente interessati”. Enel stima inoltre un costo di 4,4 miliardi l'anno per la gestione di tutte le centrali geotermiche in Toscana. Le tre nuove centrali saranno nei comuni di Santa Fiora (Grosseto), Piancastagnaio (Siena) e Monterotondo Marittimo (Grosseto), per in tutto 65 Megawatt. La potenza totale passa così da 916 MW installati in Toscana a 981 MW. In Toscana Enel Green Power gestisce il più antico e allo stesso tempo innovativo complesso geotermico del mondo, che conta 34 centrali, per un totale di 37 gruppi di produzione di elettricità, dislocate tra le province di Pisa, Siena e Grosseto. I quasi 6 miliardi di KWh prodotti annualmente sul territorio regionale, oltre a soddisfare più del 30% del fabbisogno elettrico regionale e a rappresentare il 70% delle rinnovabili prodotte in Toscana, forniscono calore utile a riscaldare oltre 13mila utenti, 27 ettari di serre e numerose aziende della filiera agroalimentare e dell’artigianato. “Un primo passo concreto verso una stagione di sviluppo con ricadute occupazionali sia dirette, sia nella sfera dell’indotto” dice Graziano Pacini, sindaco di Pomarance, nel Pisano, il territorio che, con la frazione di Larderello, rappresenta la capitale mondiale -per volumi e storia- della geotermia. Guarda ancora più lontano il sindaco di Santa Fiora, Federico Balocchi, delegato Anci per la geotermia: “In prospettiva la geotermia può diventare una risposta al bisogno di riscaldamento e raffrescamento per tutta la nostra regione, in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale, perché in quasi tutta la Toscana, sottoterra c'è un calore che potrebbe essere sufficiente al riscaldamento delle abitazioni e degli uffici e anche al raffrescamento”. Soddisfatte anche Cisl e Flaei, secondo cui è stata “sanata una stortura legislativa che aveva posto enorme incertezza sul futuro, non solo della geotermia toscana, ma anche di tutti i territori ad essa collegati. Stortura tutta italiana, perché il nostro era l’unico paese a livello mondiale che prevedeva, a scadenza, la riassegnazione delle concessioni geotermiche tramite gara.” “Si riapre un capitolo importante per il presente e il futuro della sostenibilità e autonomia energetica della Toscana” commenta la segretaria generale Cisl Toscana, Silvia Russo; “non con la spinta espansiva che avremmo voluto ma comunque nella massima attenzione alle potenzialità future del sistema geotermico.” Il segretario Flaei della Toscana, Luca Lucietto, promette protagonismo ai tavoli negoziali con Enel Green Power “per seguire l’applicazione del piano industriale, certi che quanto messo sul piatto dall’azienda sia solo una base da cui partire per avere un incremento importante in termini di investimenti, adeguamenti ambientali e ricadute occupazionali.” “Il nostro lavoro di recupero degli ‘errori legislativi’ però non finisce qui - avverte Lucietto - resta infatti da risolvere la questione delle concessioni idroelettriche che, ad oggi, prevede ancora la riassegnazione tramite procedura di gara. Anche in questo ramo delle rinnovabili quindi a breve si potrebbero aprire scenari preoccupanti”, stuzzicando l’appetito di molte aziende straniere. “Tutte queste particolarità legislative italiane - conclude Lucietto - dovrebbero farci riflettere in maniera molto seria, soprattutto di fronte a scelte fatte da alcuni paesi europei (ad esempio la Francia) che invece di spezzettare e svendere il loro patrimonio energetico al miglior offerente, rinazionalizzano la principale società energetica.”
Alberto Campaioli