Igiene ambientale e mobilità sono strumenti di democrazia e inclusione sociale, alla base della competitività e del benessere dei cittadini. E' fondamentale si basino su principi di equità sociale. Questa la ricetta della Fit Cisl Lazio per risolvere le problematiche che affliggono questi settori strategici per Roma ed hinterland. La categoria ha avanzato le sue proposte nel corso dell’assemblea congressuale che si è svolta ieri nella Capitale. "Un’occasione - ha spiegato il segretario generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci - per fare il punto della situazione riguardante i servizi pubblici locali, l’igiene ambientale, la viabilità, ed altri servizi essenziali. Fattori che, ha aggiunto Masucci, "rivestono la doppia veste di soggetti economici ma anche strumenti di democrazia e inclusione sociale, ovvero di cerniera tra gli abitanti del Centro e quelli delle periferie". In particolare, per quanto riguarda i trasporti, la pandemia ha contribuito "all’aumento della propensione all’uso del mezzo privato. Per la pianificazione dei servizi della mobilità emerge l’esigenza di una revisione dei tempi della città e un’azione pianificatoria sulla rete tranviaria, con la chiusura dell’anello ferroviario e l’estensione della metropolitana. Si deve inoltre puntare sullo sviluppo della smart mobility, delle applicazioni di infomobilità e della sharing mobility e sulla promozione delle nuove professioni nella mobilità. Le nuove tecnologie possono trasformare il volto e la vivibilità di Roma, e se accompagnate da adeguati processi formativi possono rappresentare anche un elemento di riqualificazione occupazionale”. Altro tema scottante quello dell’igiene ambientale che ha lasciato molto a desiderare negli ultimi anni. Non ci stanchiamo di ripetere - ha aggiunto il sindacalista - che serve la sottoscrizione di un "Patto per il decoro" della Capitale, con l’assunzione di almeno 800 lavoratori e la chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio, la cui mancanza costa alla collettività 170 milioni di euro annui. In generale, nota Masucci, "nel contesto imprenditoriale di Roma non è un azzardo considerare Ama e Atac come una sorta di industria pesante in termini di organico e di fatturato, con oltre 18mila lavoratori operanti complessivamente nelle due società e una movimentazione annuale di risorse pubbliche prossime ai due miliardi di euro". Per quanto riguarda la viabilità, invece, "Roma va considerata nel suo contesto metropolitano, con l’efficientamento dei nodi di accesso e connessione tra scali portuali aeroportuali e Urbe. In questo senso, il progetto Smart road di Anas porta con sé il miglioramento della sicurezza stradale e dei flussi di traffico, e si inserisce negli ambiti di innovazione da percorrere sui nodi di scambio, l’alta velocità, Internet of things, l’intelligenza artificiale, i Big data e la sensoristica avanzata". Sul trasporto aereo, "continuiamo a sostenere che la contrazione dei traffici e dei passeggeri del 70%, con più di 40mila lavoratori esposti, la gran parte dei quali a Roma e nel Lazio, non può essere gestita con il solo ricorso agli ammortizzatori, ma servono percorsi di riqualificazione e ricollocamento, oltre che, ovviamente, il rilancio di un’impresa di stato come Ita, è cruciale per il sistema Paese e per l’occupazione". "Chiediamo a Campidoglio e Regione - conclude - un tavolo di concertazione per affrontare tutti questi temi in chiave sinergica: in questo senso abbiamo straordinarie opportunità legate al Pnrr, in cui questione rifiuti e Tpl assorbono circa il 40% delle risorse disponibili".
Cecilia Augella