Venerdì 3 maggio 2024, ore 20:09

Industria

12 mila in piazza a Torino per il rilancio di Mirafiori

In testa al corteo, partito da piazza Statuto, c'è lo striscione unitario con la scritta “Il rilancio di Torino parte da Mirafiori”. Il lungo serpentone di volti, bandiere e colori attraversa lentamente corso San Martino, piazza XVIII Dicembre, via Cernaia e via Pietro Micca, e termina in piazza Castello per i comizi conclusivi di sei delegati e dei segretari generali nazionali dei metalmeccanici. Torino ha risposto alla grande alla loro chiamata. Per i sindacati sono 12 mila i partecipanti. Era parecchio tempo che non si vedeva in città una manifestazione di tutte le sigle sindacali dei metalmeccanici. Insieme ai leader nazionali di Fim, Fiom, Uilm,  Uliano, De Palma e Palombella e di Fismic, UglM e Associazione quadri, sfilano i vertici confederali territoriali e regionali di Cgil Cisl Uil, il presidente della Regione, Cirio, il sindaco di Torino, Lo Russo, e i rappresentanti di associazioni e partiti, senza bandiere e simboli come richiesto dagli organizzatori. Ci sono anche le delegazioni sindacali da tutto il Piemonte e da altre regioni del nord Italia. Insieme ai gonfaloni delle istituzioni, si vedono gli striscioni delle principali aziende in crisi come Lear, Te Connectivity, Del Grosso e quelli delle singole federazioni.

A 15 anni dall’ultima iniziativa unitaria, le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici torinesi di Stellantis e dell’indotto hanno incrociato le braccia per 8 ore e sono scesi in piazza per difendere i posti di lavoro e il futuro di Mirafiori e di tutto il settore automotive. Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e Associazione quadri chiedono l’assegnazione di nuovi modelli di autovetture che portino la produzione a 200 mila unità all’anno, l’assunzione di giovani lavoratrici e lavoratori, l’integrazione di produzioni di componenti destinati alle vetture elettriche e la conferma e potenziamento del ruolo strategico di progettazione, ricerca e ingegnerizzazione. 

In una lettera appello rivolta nei giorni scorsi ai cittadini, ai sindaci dei comuni della provincia, a tutte le associazioni dei territori e agli studenti di ogni ordine e grado, le federazioni dei metalmeccanici torinesi hanno chiesto di partecipare alla manifestazione e di scendere in piazza per far sentire la propria voce. All’appello hanno risposto in molti. Tra i primi a dare la loro adesione nomi importanti della musica cittadina come Subsonica, Willie Peyote, Statuto, Bunna degli Africa United e Johnson Righeira. Anche tutto il sistema delle imprese torinesi ha preso posizione contro il declino dell’industria dell’auto, schierandosi in difesa dello stabilimento Stellantis di Mirafiori. I presidenti di dieci associazioni - Unione Industriali, Api, Cna, Confartigianato, Casartigiani, Coldiretti, Confcooperative, Legacoop, Ascom, Confesercenti - hanno unito le voci per lanciare un messaggio comune: “Serve una risposta del territorio, forte e corale, univoca e senza etichette, per ribadire la centralità del settore automotive e del suo indotto per la nostra comunità”. 

Per i segretari generali di Cisl Torino e Piemonte, Domenico Lo Bianco e Luca Caretti, in corteo a fianco dei lavoratori metalmeccanici torinesi: “La manifestazione di oggi è la grande reazione della città alla crisi che sta vivendo. Come già successo in passato, Torino dà il meglio di sé nei momenti di difficoltà, dando prova di grande unità e coesione. La città e il territorio non possono e non vogliono rassegnarsi a scelte ineluttabili che pregiudicano il loro futuro. Governo e Stellantis devono parlarsi e trovare una sintesi, condivisa da istituzioni, sindacati e associazioni produttive per rilanciare il sito di Mirafiori”.

Dal palco di piazza Castello, il leader della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, che chiude la carrellata degli interventi, afferma: “La nostra posizione è chiara: vogliamo aumentare del 30% gli attuali volumi produttivi di Stellantis. Bisogna fare delle scelte e le scelte si fanno attraverso accordi e impegni precisi. Le risposte non devono essere quelle degli ultimi giorni. Dobbiamo aumentare i volumi di chi produce qui, poi possiamo valutare il piano industriale degli altri che vorranno. Anche gli imprenditori stanno toccando con mano l’impatto che sta avendo la scarsa produzione sull’indotto e, con l’appello hanno condiviso una preoccupazione che è generale”.

Rocco Zagaria

( 12 aprile 2024 )

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