I lavoratori degli appalti aeroportuali hanno organizzato per lunedì un presidio di fronte al palazzo Alitalia, a Fiumicino, per chiedere chiarezza sulla tutela e la continuità dei contratti di appalto oltre che sul mantenimento dei livelli occupazionali e retributivi. Si tratta di addetti che gestiscono attività indispensabili per la continuità e il rilancio del comparto. "Esigiamo inoltre - chiariscono i sindacati - il pagamento immediato degli stipendi dei lavoratori che si occupano della pulizia e della sanificazione degli uffici, degli hangar e delle sale vip di Alitalia, ma già da subito vogliamo certezza sulla tutela". Questa la posizione contenuta nella nota di Valentina Italiano, Sara Imperatori e Giuliano Scarselletti, rispettivamente della Filcams Cgil Roma Lazio, Fisascat Cisl Roma Capitale e Rieti e UilTrasporti Lazio. "L'ennesima crisi Alitalia - aggiungono - rischia di avere effetti devastanti sui lavoratori dell'aeroporto di Fiumicino che garantiscono l'efficienza dei servizi conferiti in appalto. Negli anni e per le diverse criticità che hanno interessato la Committenza, i lavoratori degli appalti hanno pagato a caro prezzo le riorganizzazione aziendali: tagli nei servizi, chiusura di locali, incertezza sui pagamenti degli stipendi e sulla continuità occupazionale. Oggi la crisi del settore, determinata dalla pandemia in corso, si sovrappone alle difficoltà di una compagnia di bandiera che rischia di essere pesantemente ridimensionata anche in termini occupazionali. E' di due giorni fa - ricordano - la notizia del mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori della Miorelli Service Spa, già penalizzati per l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. È necessario che le istituzioni, il gestore aeroportuale e la Committenza dei servizi di pulizia si assumano la responsabilità di non abbandonare i lavoratori degli appalti. Per parte nostra, faremo tutto il possibile affinché migliaia di lavoratori non restino senza prospettive". Intanto ieri centinaia di lavoratori del trasporto aereo hanno protestato in Campidoglio e manifestato lungo via dei Fori imperiali a Roma. "Vogliamo che la Capitale prenda ufficialmente posizione e dica chiaramente al Governo Draghi che Alitalia non si tocca e si ricominci a ragionare su una compagnia di bandiera unica e pubblica". "Lo ribadiremo finchè avremo voce - affermano i segretari generali della Cisl di Roma Capitale e Rieti e della Fit-Cisl del Lazio, Carlo Costantini e Marino Masucci - il trasporto aereo non deve morire. Non ci fermeremo qui, solleciteremo tutte le Istituzioni: le comunità aeroportuali di Fiumicino e Ciampino danno da mangiare a oltre 40mila famiglie di dipendenti diretti e dell'indotto, che adesso sono a rischio. Ci rifiutiamo di considerare una "mini Alitalia" perchè sarebbe destinata al fallimento. Stiamo vivendo l'anno zero del comparto trasporto aereo, si deve fare tutto il possibile per un rilancio competitivo, invece di abbandonare a se stessi aziende e lavoratori". "La disperazione degli addetti al comparto è sempre più evidente - aggiungono i sindacati. Il futuro è sempre più incerto, e purtroppo lo è anche il presente: le persone chiedono di lavorare, e il sistema Paese ha bisogno di un'azione lungimirante a sostegno di un comparto volano per l'economia del territorio, e con effetto catalizzatore anche sul turismo, sul commercio, sull'immagine stessa del nostro territorio. Le porte dell'Italia e del Lazio devono restare aperte al mondo - concludono - soltanto così usciremo dalla crisi provocata dalla pandemia e getteremo le basi per il rilancio di occupazione e competitività".
Cecilia Augella