Il lavoro agile come elemento chiave di innovazione, attenzione alle persone e riduzione dell’impatto ambientale. Sono i concetti alla base della scelta di Benetton Group, gigante della moda con quartier generale a Ponzano Veneto (Treviso), che dal 28 ottobre al 14 aprile dell’anno prossimo chiude le sedi il venerdì. Mille dipendenti, su un totale di 1.300, lavoreranno da casa, in smart working, in ottemperanza all’impegno preso esattamente un anno fa nell’accordo integrativo firmato da vertici del gruppo, organizzazioni sindacali e Rsu. Un accordo importante per la lunga storia del gruppo e per le relazioni sindacali, che poneva al centro la famiglia, il ricambio generazionale e le esigenze di conciliazione vita-lavoro, regolando lo smart working e avvalorando la formazione dei dipendenti agganciandola direttamente al premio di risultato.
Il documento, che nei fatti concretizza i contenuti dell’integrativo aziendale per il capitolo riguardante il lavoro agile, è di poche settimane fa. Prevede che fino al prossimo aprile tutti i lavoratori delle sedi di Ponzano Veneto, Castrette di Villorba e di Fabrica a Catena di Villorba, sempre nel Trevigiano, escluse le aree della logistica dedicate all’e-commerce e il centro imballo, lavoreranno da remoto. Chiusa anche la mensa di Ponzano, mentre quella di Castrette, dove rimarrà operativo il personale della logistica, sarà regolarmente a disposizione dei dipendenti. Efficientamento energetico, riduzione degli spostamenti casa-lavoro e miglior bilanciamento tra impegni professionali e vita familiare alla base della decisione pienamente condivisa dalla Femca Cisl Belluno Treviso, che indica l’accordo come esempio di strada da percorrere in un mondo del lavoro sempre più evoluto e attento ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici.
“Si tratta - commenta Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl Belluno Treviso - di un esempio virtuoso di come la contrattazione di secondo livello possa regolamentare lo smart working e renderlo realtà strutturata e regolamentata dopo le sperimentazioni avvenute durante la pandemia. È un passo culturale importante che responsabilizza i dipendenti e supera ampiamente la visione ormai obsoleta di certi imprenditori o capireparto che vogliono controllare a vista i lavoratori”. “La scelta di chiudere fabbriche e uffici il venerdì - conclude Boato - è stata elaborata tenendo conto dell’evoluzione del mondo del lavoro e favorendo l’equilibrio tra lavoro e vita privata e familiare. Da non trascurare l’impatto ambientale, con quasi un migliaio di auto in meno sulle strade ogni venerdì. L’accordo inoltre è importante perché regola in maniera chiara diritti e doveri dei lavoratori in modalità agile, dai tempi di riposo al diritto alla disconnessione dai dispositivi”. L’auspicio è che nel prossimo futuro siano molte le aziende a seguire l’esempio di Benetton.
Federica Baretti