Sabato 20 aprile 2024, ore 15:50

Lavoro

Almaviva: futuro sempre incerto per i lavoratori

Futuro sempre incerto per i 500 addetti del servizio “1500” di Palermo, Catania e Napoli. Al termine della due-giorni di manifestazioni, di lunedì e martedì, a Palermo, davanti alla sede della Regione Siciliana, non c’è al momento alcuna novità sul destino dei lavoratori che, durante la pandemia, hanno operato nel servizio front office del numero verde del ministero della Salute. Nessuna risposta nemmeno alla richiesta delle segreterie nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil avanzata ieri. I sindacati chiedono la convocazione, con urgenza, del tavolo di crisi, con il coinvolgimento dei ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali, delle Imprese e del Made in Italy e della Salute. "Dall’ultimo incontro svolto lo scorso 20 febbraio - scrivono nella richiesta Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil - le parti sindacali e datoriali hanno realizzato tutti gli impegni assunti nel corso di quel confronto. L’accordo di cassa integrazione per la messa in sicurezza del perimetro occupazionale è stato sottoscritto, l’intesa per l’incentivazione all’esodo raggiunta, gli accordi di clausola sociale per la prosecuzione dei contratti di lavoro a seguito cambio di appalto portati a termine, ed il percorso di riqualificazione verso le attività di IT prosegue secondo gli step concordati. A breve l’ultima delle attività ancora in forza ad Almaviva Contact, Trenitalia, sarà assegnata e si avvierà il confronto per la garanzia occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori interessati al cambio di appalto. Terminato questo percorso, il count-down per le lavoratrici e i lavoratori, rimasti alle dipendenze di Almaviva Contact, accelererà in modo esponenziale. Per i circa 600 lavoratori ancora occupati tra Palermo, Catania, Rende, Napoli, Roma e Milano, la cui stragrande maggioranza operava sul servizio pubblico del 1500 (numero verde emergenza sanitaria Covid), senza un autorevole intervento dei ministeri coinvolti, che traguardino gli impegni assunti dagli stessi nel corso dei confronti svolti presso il tavolo al Mimit, il rischio di ritrovarsi dinanzi a un dramma sociale sono sempre più crescenti". I lavoratori al momento sono tutti in cassa integrazione, per uno stipendio minimo che si aggira intorno ai 500 euro. Nelle manifestazioni di Palermo, c’era sconforto ma non rassegnazione. "Siamo stati definiti gli angeli del 1500 - recitava il volantino distribuito dai manifestanti. Abbiamo fatto il nostro dovere del momento del bisogno, ora ci hanno tolto le ali e la dignità. Noi non molliamo, tutti si dovranno prendere le proprie responsabilità". Il timore dei dipendenti è di rimanere senza una commessa di riferimento. "C’è in ballo il futuro di 500 famiglie. Abbiamo perso la clausola sociale per una politica scellerata dell’azienda. Chiediamo aiuto. Siamo stati gli eroi della pandemia, ora veniamo buttati via. Per Tania D’Agostino, segretaria regionale FISTel Cisl Sicilia, è necessario riconfrontarsi con tutti gli attori coinvolti nella vicenda, dai ministeri al governo regionale. Le proposte ci sono - ribadisce - e ci sarebbe anche la disponibilità della Regione Siciliana di fondi per riqualificare il personale. Quello che manca però è la materia prima. Noi abbiano bisogno di dare una prospettiva di lavoro e un futuro alle famiglie dei lavoratori di Palermo e Catania".
Rosario Nastasi

( 7 marzo 2023 )

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