Sono l’incubo e la gioia di conduttori, autori, giornalisti, direttori di telegiornali e di rete. I dati Auditel decretano il successo o il flop di un programma, fanno avanzare o bloccano carriere. Ma dietro al calcolo dei freddi numeri c’è il lavoro di tante persone. Che adesso rischiano il posto. E che si sono mobilitate a Milano, durante uno sciopero e un presidio organizzati da Fisascat Cisl e Filcams Cgil.
Il fatto è che la nota azienda che opera nel settore delle telecomunicazioni e raccoglie i dati dell’audience televisiva, ha annunciato di volere cambiare l’assegnatario della commessa relativa ai servizi dei tecnici di campo. Finora, e per molti anni, era stata gestita da Nielsen Media Italia, ma dal prossimo 1 gennaio 2024 passerà a Covercare Spa, società con sede a Legnano, in provincia di Milano, che nel suo sito internet si definisce “Dal 2011 leader sul mercato italiano per i servizi di garanzia e riparazione dei cellulari e di altri dispositivi portatili”.
“Questa decisione - osserva Massimiliano Genova, operatore della Fisascat Cisl milanese - mette a rischio 56 posti di lavoro perché Nielsen Media Italia, avendo perso la commessa, è intenzionata ad aprire le procedure di licenziamento, mentre Covercare Spa ha già fatto capire di non volere riassorbire tutto questo personale. Per noi è inaccettabile”.
I tecnici di campo sono i professionisti che si occupano della installazione, manutenzione, aggiornamento delle macchinette di rilevazione dei dati in dotazione al campione di famiglie che definisce il gradimento dei programmi. Operano in tutta la penisola e attualmente sono alle dipendenze di Nielsen Media Italia, ma dall’anno prossimo non si sa che fine faranno. E’ verosimile che una parte sarà ricollocata nell’azienda che ha avuto la commessa, ma non si sa quanti resteranno esclusi e, quindi, senza lavoro.
“E’ un epilogo grave di una vicenda su cui Auditel, in qualità di committente, non sta prendendo posizione - aggiunge Genova -. Non può lavarsene le mani, non preoccupandosi del futuro dei lavoratori e delle lavoratrici che per decenni hanno garantito la qualità e l’efficienza del servizio. Abbiamo chiesto un confronto con le tre aziende coinvolte, per gestire al meglio il passaggio di consegne e garantire la continuità occupazionale, ma non abbiamo ricevuto nessuna disponibilità”.
I sindacati temono anche che i lavoratori eventualmente riassorbiti non conserveranno le condizioni economiche e contrattuali che avevano maturato finora. La mobilitazione andrà avanti. L’obiettivo è trovare una soluzione positiva per tutto il personale interessato.
Mauro Cereda