Uno sciopero di 8 ore di tutto il settore auto con manifestazione in piazza del Popolo a Roma il 18 ottobre per difendere l’occupazione e costruire il futuro dell’industria dell’auto. Lo hanno deciso i sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil che, in una conferenza stampa, hanno messo a fuoco tutte le difficoltà che il settore sta vivendo. “La situazione del settore automotive in Italia e in Europa diventa sempre più critica - affermano i sindacati - in assenza di una netta inversione di direzione, rischia di essere irrimediabilmente compromessa la prospettiva industriale e occupazionale”.
I sindacati sollecitano il Governo a dare concretezza al confronto iniziato più di un anno fa al Mimit poiché anche l’ultimo incontro fatto dopo la pausa estiva si è rivelato un nulla di fatto. Per Fim Fiom e Uil è necessario che, oltre al confronto in corso con Stellantis e agli impegni già presi, si attui un piano strategico con azioni mirate anche per le aziende della componentistica. “Poichè il settore è strategico e trasversale rispetto alle competenze di più ministeri, riteniamo non più procrastinabile e indispensabile il coinvolgimento da parte della presidenza del Consiglio e dell’ad di Stellantis, che insieme alle organizzazioni sindacali, determinino le prospettive dell’automotive nel nostro Paese, all’interno di un accordo quadro generale.
“Siamo in un momento delicato per il settore - afferma Ferdinando Uliano, segretario generale Fim Cisl - la definirei una tempesta perfetta che sta invadendo l’Europa. Ora diventa sempre più chiaro che la situazione ha toni drammatici ed il fenomeno è europeo. Ci dispiace che il presidente Draghi se ne accorga solo oggi. C'è ora la necessità di governare la transizione in Europa. Già tre ani fa avevamo fatto i conti e vi erano circa 70mila lavoratori a rischio con la transizione, oggi siamo di fronte non solo ad una transizione verso l’elettrico ma un calo di volumi, quindi l’eccedenza è maggiore”.
Insomma una fotografia disastrosa quella fatta dai sindacati metalmeccanici che intanto hanno approvato la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale Unionmeccanica-Confapi che interessa la piccola e media impresa metalmeccanica privata dove operano circa 400mila lavoratrici e lavoratori. La piattaforma si pone gli obiettivi di aumentare i salari, ridurre l’orario di lavoro, far crescere l’occupazione stabile, la formazione e l’aggiornamento professionale, le forme di conciliazione tra le esigenze di vita e di lavoro, il welfare, la salute e la sicurezza. In particolare, spiegano i sindacati, “la nostra richiesta di aumento, relativa al periodo di vigenza 2025-2027, è pari a 280 euro riferita alla quinta categoria; mentre in tema di orario di lavoro chiediamo che si avvii una fase di sperimentazione contrattuale con l’obiettivo di raggiungere progressivamente una riduzione a 35 ore settimanali”. A partire dal 30 settembre e fino a metà novembre saranno organizzate le assemblee nei luoghi di lavoro per illustrare i contenuti della piattaforma e procedere con la consultazione certificata e il voto delle lavoratrici e dei lavoratori.
Sara Martano