Oltre 3 mila lavoratrici e lavoratori provenienti da tutta Italia hanno partecipato alla manifestazione organizzata a Roma in piazza Santi Apostoli dai sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil in occasione della giornata di sciopero nazionale di 8 ore indetta per protestare contro la crisi di tutta la filiera della componentistica non metalmeccanica del settore automotive. Stiamo parlando di oltre 45mila addetti che operano in diversi comparti quali: gomma, plastica, vetro, tessile, pelli e cuoio. Tutti componenti necessari a realizzare le nostre vetture. Ed è proprio questa constatazione che ha portato alla scelta della slogan di questa manifestazione “Il settore funziona con il nostro lavoro”.
Una manifestazione che si è resa necessaria affinché la voce delle lavoratrici e dei lavoratori arrivi forte e chiara non solo al Governo italiano, ma anche ai rappresentanti dell’Unione Europea. Dal palco le testimonianze di molti lavoratori e delegati sindacali che hanno raccontato le realtà in cui vivono tra chiusure, cassintegrazione e minacce di delocalizzazioni. Dalla Prima Components di Anagni in provincia di Frosinone all’azienda di vetro Pilkington di San Salvo (Chieti). Poi le difficoltà che da diversi mesi stanno vivendo gli addetti della Cooper Standard di Battipaglia in provincia di Salerno e quelli della Sfc Solution di Ciriè (Torino). E ancora le situazioni della Treves Italia di Bergamo e della Agc Automotive Italia di Roccasecca (Frosinone).
Si tratta di realtà importanti, tante che lavorano anche per Stellantis, che hanno all’interno un grande know how di professionalità e che in questo periodo di crisi dell’auto stanno vivendo momenti di forte difficoltà che si riflettono sulla tenuta occupazionale e sul reddito di molte famiglie. Territori che si stanno impoverendo a causa del calo di commesse in molte aziende. Una povertà che coinvolge non solo il tessuto economico, ma l’intero tessuto sociale di ciascun territorio.
Situazioni che si aggravano quando ai timori si aggiunge anche la paura della delocalizzazione alla quale fa riferimento, tra le altre questioni, la segretaria generale della Femca Cisl Nora Garofalo nel suo intervento: “Le delocalizzazioni stanno mettendo in ginocchio le nostre aziende italiane distruggendo interi distretti e filiere, nati appunto intorno agli stabilimenti auto”. Una situazione inaccettabile perché “Stellantis - afferma Garofalo - sta ora chiedendo alla prima fascia di fornitori di delocalizzare le produzioni in Marocco e Tunisia dopo che negli anni scorsi sono stati progressivamente spostati volumi nell’Est Europa”. “E’ necessario - sottolinea la segretaria generale della Uiltec Uil Daniela Piras - un’assunzione di forte responsabilità da parte del Governo perché senza un piano nazionale che favorisca la riconversione industriale si rischia di perdere quote di mercato importanti con riflessi negativi sull’occupazione”.
Vero è che l’instabilità internazionale, le guerre in Ucraina e Medioriente, la transizione verso l’elettrico e l’aumento dei costi delle materie prime stanno mettendo a dura prova la sostenibilità delle piccole e medie imprese “ma è ora di fare scelte industriali serie in difesa della nostra industria e dei nostri posti di lavoro - afferma il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli che ha concluso la manifestazione romana -. “I grandi processi di cambiamento vanno governati e non subiti - afferma - le lavoratrici e i lavoratori devono essere i protagonisti del cambiamento, il sindacato deve essere un agente determinante nel governare, insieme a loro, il cambiamento. Non ci faremo mettere il bavaglio, non ci fermeranno le loro proposte liberticide sulla possibilità di scioperare, staremo in piazza sempre per difendere la parte sana e onesta del Paese”.
A portare il sostegno alla manifestazione anche Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, Daniela Fumarola, segretaria generale aggiunta della Cisl e Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil. “Chiediamo che gli impegni che Stellantis ha assunto con il sindacato e il governo siano rispettati - sottolinea la segretaria generale aggiunta della Cisl, Daniela Fumarola, a margine della manifestazione -. E all’Esecutivo chiediamo di far rispettare e seguire il percorso di innovazione della filiera automotive, che è fondamentale per il nostro Paese. Non è pensabile che la transizione energetica si faccia sulla pelle dei lavoratori - aggiunge - pensiamo che le transizioni vadano accompagnate da investimenti in innovazione, digitalizzazione, formazione e tutele sociali. Questi lavoratori, circa 45mila, non possono rischiare il loro posto. Bisogna garantire a tutta la filiera dell’automotive un futuro certo”.
Sara Martano