Netta distanza tra azienda e sindacati sul percorso da seguire per l’esodo di 320 addetti annunciato dalla Brioni per i prossimi due anni. Nell’ultima riunione al Mise i sindacati hanno fatto presente che l’azienda sta dismettendo i reparti di maglieria e camiceria violando l’accordo raggiunto al Mise il 13 aprile. Da parte sua l’azienda sostiene che l’attuale percorso che si sta portando avanti era già previsto nell’accordo e che il Gruppo al Mise aveva manifestato l’intenzione di dismettere i due reparti e concentrare la produzione delle due linee negli stabilimenti del nord Italia.
“Si tratta di una vertenza difficile - ha detto l’assessore regionale alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale - ma è anche vero che vedo margini di intervento soprattutto nella prospettiva di evitare la procedura di licenziamento collettivo che potrebbe interessare il numero dei lavoratori in esubero annunciato dall’azienda. L’obiettivo, di fronte ad un piano industriale che prevede la riduzione dei volumi produttivi, è cercare misure alternative al licenziamento per i lavoratori in uscita dall’azienda in modo da evitare pesanti impatti sociali su un territorio in difficoltà. Senza dubbio è da sottolineare la disponibilità di azienda e sindacati di confrontarsi evitando in questo pericolose rotture che andrebbero a detrimento dei lavoratori”.
Già la scorsa settimana i sindacati di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil territoriali unitamente alle rsu hanno dichiarano lo stato di agitazione e hanno svolto un sit-in di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento principale di Brioni.
“Questa è una vertenza difficilissima che abbiamo gestito bene al tavolo ministeriale- affermano Leonardo D’Addazio (Femca-Cisl), Antonio Perseo (Filctem-Cgil) Debora Del Fiacco (Uiltec Uil) -, ma oggi l’azienda non sta rispettando l’accordo attuando di fatto delle uscite forzate e non condivise come era stato inizialmente deciso”. I sindacati chiedono all’azienda un atteggiamento di condivisione e chiedono aiuto alle istituzioni per gestire al meglio la vertenza ed avere il minor impatto sociale in un territorio già in crisi.
Sara Martano