Confermati i 321 esuberi negli stabilimenti di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova (Pescara) della Brioni, la nota azienda italiana di abbigliamento maschile di proprietà del gruppo di lusso Kering. Questo in sintesi l’epilogo dell’ultima riunione in videoconferenza col ministero dello Sviluppo economico.
Un incontro deludente, come ha anche riferito Leonardo D’Addazio rappresentante della Femca Cisl che registra ancora una forte distanza tra le parti.
Ad oggi sono circa 200 i lavoratori che hanno già firmato l’uscita dall’azienda sartoriale con specifici accordi sottoscritti per la risoluzione consensuale incentivata dei propri rapporti. Tutti i lavoratori che hanno firmato resteranno a lavoro fino a fine mese, quando scadrà la cassa integrazione straordinaria covid.
Durante l’incontro l’azienda ha anche confermato la chiusura del reparto camiceria e maglieria ma lavoratori e sindacati hanno timore di ulteriori chiusure di altri comparti.
All’incontro hanno preso parte l’azienda, rappresentanti del ministero del Lavoro, della Regione Abruzzo, della Regione Lombardia e delle segreterie nazionali e territoriali delle sigle sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Il confronto odierno segue quello analogo dello scorso 13 aprile al Mise con tutte le parti e quello del 14 aprile presso la sede di Confindustria Chieti Pescara con le rsu.
L’incontro, si legge in una nota aziendale “ha avuto l’obiettivo di approfondire il Piano Industriale 2021-2025 di Brioni, le cui linee strategiche e attività operative risultano in tutto confermate. In particolare, alla luce dell’accordo quadro firmato lo scorso 22 giugno con i rappresentati delle organizzazioni sindacali rappresentate in azienda relativo alla gestione del piano industriale”.
L’azienda ricorda anche che a tutti i lavoratori che intendano aderire entro il 31 dicembre 2021 e che matureranno il diritto al pensionamento durante il quinquennio 2021-2025, l’accordo garantisce un’integrazione del trattamento economico cigo/cigs e Naspi a partire dal mese di firma dell’accordo e riconosce un importo aggiuntivo a titolo di incentivo dal primo mese dalla firma e fino alla maturazione del diritto alla pensione o al massimo fino al 31 dicembre 2025”. Anche riguardo ai lavoratori non prossimi alla pensione, l’accordo riconosce somme aggiuntive a titolo di incentivo all’esodo per l’intero periodo di copertura degli ammortizzatori sociali”.
Sara Martano